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Paolillo: “C’è sempre un velato sentimento anti Inter in Italia. Ma la società è stata…”

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Ernesto Paolillo, ex AD dell'Inter, ha parlato ai microfoni di Sportitalia anche del rinvio di Inter-Roma
Matteo Pifferi Redattore 

Ernesto Paolillo, ex AD dell'Inter, ha parlato ai microfoni di Sportitalia anche del rinvio di Inter-Roma:

“Una situazione confusa già dall’affollamento delle date, quindi per sua natura. In più c’è stata molta confusione sui rinvii delle altre partite. Occorreva ed occorre essere molto calmi e pazienti. Indubbiamente c’è sempre un sentimento anti-capolista ed un sentimento velato anti-Inter. Ci sono sempre velati tentativi che ci possono essere favoritismi o cose simili, occorre mettere a tacere tutto questo con la grande signorilità che l’Inter ha dimostrato. Vogliono che si giochi domenica? Perfetto, che si giochi domenica e tutti tacciano”.

Tra l’intasamento del calendario e la distrazione del Barcellona, l’Inter pagare o sta pagando qualcosa?

“Indubbiamente. L’Inter ha già giocato 50 partite, oggi gioca la 51esima. La stanchezza è chiaro che si faccia sentire, anche se l’adrenalina per gli obiettivi da raggiungere è molto forte e tiene in piedi i giocatori. E’ indubbio che questo calendario sia pesante. Però se come stanno facendo si tiene la squadra lontana da polemiche e discussioni, lasciandole pensare solo a giocare tranquilla, le partite si possono affrontare nonostante gli infortunati e le squalifiche. Occorre rimanere molto tranquilli contro tutte le iatture che vengono inviate contro l’Inter”.


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Ha mai visto un Lautaro così trascinatore anche in Europa?

“Lautaro è maturato via via nel tempo. Non che non fosse una persona matura: lo era, ma è cresciuto in maturità, da capitano e leader della squadra. Questo ruolo lo fa bene non perché lo interpreta, ma perché gli viene naturale. E’ lui in quel ruolo. Ed è un grande trascinatore. Mi auguro che sia proprio lui con questa grande determinazione e forza ad essere d’esempio ai compagni per vincere la fatica per arrivare fino in fondo. Ciò che è mancato a Bologna d’altronde è stato proprio il sacrificarsi anche nell’ultimo minuto e mezzo di gara”.

Sulle analogie con il 2010, c’è la sfida in semifinale di Champions contro il Barcellona. Le è tornata in mente quell’annata, anche se quella Inter era differente nella filosofia rispetto a questa?

“Le analogie sono nel calendario, non nelle squadre che hanno una struttura completamente diversa come tecnica e modo di giocare. Però devo dire che al di là delle differenze naturali questa squadra ha meritato di essere a questo punto e merita di andare più avanti ancora perché gioca bene. L’Inter interpreta un calcio non utilitaristico, ma un calcio spettacolo. Se ha perso qualcosa forse è proprio perché non ha mai rinunciato a fare spettacolo”.

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E’ fra quelli che dice che non ha mai visto l’Inter giocare così bene?

“Sì, assolutamente. Io sono interista da quando ho 6 anni circa, faccia conto che ne ho 79. Ne ho viste di Inter, io. Quando ho cominciato a tifarla c’erano Lorenzi, Skoglund e Nyers. Può immaginare quanta sofferenza ho vissuto negli anni. Questa Inter è diversa e dà spettacolo. Quante volte ho visto l’Inter vincere, ma senza spettacolo?”.

E’ giusto oggi mettere Simone Inzaghi sullo stesso piano di Herrera e Mourinho, nella storia dell’Inter? Due semifinali di Champions le aveva fatte solo Herrera.

“Certo che sì. Parliamoci chiaro: Inzaghi ha dato una forza al gruppo come pochi avevano fatto. E’ un’Inter totalmente unita che esprime un gran bel gioco, questo lo ha creato Inzaghi. E’ un grande allenatore, non ci devono essere discussioni su questo, assolutamente”.

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