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Intervistato da Tuttosport, Giorgio Perinetti, ex dirigente dell'Avellino, ha parlato anche della lotta scudetto. Ecco le sue dichiarazioni:
«Da dirigente ho avuto la fortuna di vederlo giocare alla Juve con la fascia da capitano. Agiva al fianco di Deschamps, Davids e Zidane, eppure era lui a dirigere il traffico in mezzo al campo. Sapeva di avere meno qualità rispetto ad alcuni dei suoi compagni, ma compensava questo gap correndo il triplo rispetto agli altri. Trasmetteva garra, voglia di vincere senza mai arrendersi. Era un comandante nato, un predestinato. Ho capito subito che sarebbe stato un grande allenatore. Quando ero al Bari eravamo messi malissimo, così dissi al presidente di puntare su Conte che già allora stava rivoluzionando il modo di allenare. Il presidente rimase colpito dalle mie parole e decise di assecondarmi. Da lì è iniziata una storia bellissima… A Napoli è partito bene, ma per lo scudetto la favorita resta l’Inter. È lei la squadra da battere, la più forte».
«La Juve sta ripartendo con Motta che è un allenatore di grande impatto e personalità. Un tecnico capace di incidere anche nelle scelte di mercato e lo abbiamo visto quest’estate. La squadra sta cercando di interpretare il suo modo di intendere il calcio, ma con un po’ di fatica per via degli infortuni, su tutti quello di Bremer che è clamoroso. Un’assenza che potrebbe rallentare la crescita di un gruppo forte e costruito bene. Non ci vuole fretta, ma fiducia e pazienza».
(Fonte: Tuttosport)
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