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Il punto di forza dell’Atalanta nella lotta scudetto?
«Gasp, che è un vero maestro. Gian Piero è molto più che un bravo tecnico, ormai è un manager all’inglese e lavora a Bergamo da anni. La sua escalation all’Atalanta dimostra come sia un vantaggio avere un allenatore determinante anche nelle scelte tecniche. Gasperini migliora i giocatori, a ognuno di loro disegna un ruolo nel quale possano esaltare se stessi e il collettivo. È ora di finirla di parlare di Atalanta soltanto come gioco uomo a uomo: non è neanche vero. I nerazzurri sono aggressivi, ma hanno idee, giocano per costruire e attaccare la profondità».
Retegui è il capocannoniere della Serie A con 11 gol: sorpreso?
«No, perché con Gasperini gli attaccanti segnano sempre molto. Retegui è un ottimo finalizzatore e in questi primi mesi a Bergamo è migliorato parecchio. Guardate anche Lookman. Ademola ha avuto una crescita esponenziale: adesso dribbla, ma poi va in porta e segna».
Se l’Atalanta è la mina vagante e può lottare fino alla fine, chi è la vera favorita per lo scudetto?
«Adesso è difficile stabilirlo, sono tutte attaccate in classifica. Inter, Napoli e Juve hanno qualcosa in più a livello di rosa, ma subito dietro di loro c’è l’Atalanta. Se la Dea mantiene questa convinzione e le altre perdono punti, mai dire mai… Per lo spettacolo e per il calcio italiano sarebbe straordinario arrivare a maggio con sei squadre in due punti come adesso. Oltre a Gasp, grandi complimenti a Palladino e Baroni per quello che stanno facendo con Fiorentina e Lazio. Sono entrambi al primo anno: partire così forte era tutt’altro che scontato».
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