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Come è scattato questo cambio di mentalità?
«Io credo tutto derivi dalla coppa alzata a maggio. Vincere l’Europa League, per giunta dominando in finale contro una squadra (Leverkusen ndr ) imbattuta in tutto il resto della stagione, ha dato una consapevolezza enorme a tutto il gruppo. La Dea adesso sa di essere forte, di avere le carte in regola per giocarsela. Sì, anche per lo scudetto».
A Roma è stata decisiva anche la panchina.
«Vero ed è un bel segnale, perché hai vinto con CDK, Lookman e Retegui sottotono. Gasp ha, forse come non mai, una rosa profonda e variegata e di questo va dato merito alla società. Se poi consideriamo la sua abilità nel far rendere al massimo praticamente tutti i giocatori che ha sottomano, capiamo quanto è forte questa Atalanta».
Una sicurezza ormai da anni è De Roon. Ora si è messo anche a segnare…
«È un centrocampista completo e un leader. Mi dà l’impressione di essere la voce di Gasperini nello spogliatoio. Sa, ogni allenatore ha bisogno di qualche giocatore che dia forza alle sue idee nel gruppo. De Roon credo sia questo per Gasperini».
Una squadra da scudetto è per forza fatta anche di grandi giocatori: chi è il top di questa Atalanta?
«Oltre a Gasperini? (ride, ndr ) Dico Ederson. Ha tutto: fisico, intelligenza, piede. Lo vedi interrompere un’azione avversaria e dieci secondi dopo tirare 40 metri più avanti. Una vera forza della natura».
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