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In questa settimana piena di tante cose, dei Raphinha e dei Vinicius, ovviamente degli Haaland, una menzione speciale va fatta a Dimarco, alla sua travolgente stagione, alla sua evoluzione.
«Giocatore di intensità straordinaria. Lo senti nello sviluppo della partita, perché il suo atletismo finisce per lasciare il segno. È diventato ormai elemento imprescindibile per Inzaghi, ma anche per Spalletti. Dando uno sguardo in giro, penso si possa tranquillamente dire che siamo dinnanzi a uno degli esterni più forti in circolazione: le letture giuste e, soprattutto, la soluzione migliore per i compagni di squadra. Una forza!».
È stato un turno in chiaro-scuro per le italiane e la Juventus, con la sconfitta, si è complicata la vita.
«Sarebbe stato impossibile prevedere una serata storta come quella di martedì, ma chi vive di calcio, come Thiago Motta e come i dirigenti bianconeri, sa che può capitare. Ora bisogna lasciarsela alle spalle, dimenticarla o assorbirla. scegliete voi il termine giusto, ma guardare avanti: il calendario non dà una grossa mano, la Juve è attesa da impegni complicati, però le qualità tecniche ci sono e rialzarsi è ancora possibile. La Champions va avanti sino a gennaio...».
Il destino non è stato amico dell’Atalanta.
«Pali, occasioni sciupate, una prestazione che non può essere discussa per colpa di uno 0-0. Questo è il calcio internazionale e in certe sfide ti rendi conto, già in campo, che potresti giocare per ore e farlo bene ma senza riuscire a ottenere quello che meriteresti. Però Gasperini ha potuto apprezzare non solo l’impegno dei suoi ragazzi, ma anche la loro capacità di interpretare le idee del proprio allenatore».
Il Bologna ha sbattuto pure contro i propri errori.
«Ma di fronte aveva una delle squadre che sta maggiormente impressionando. Non mi sembra che la sorte abbia dato una mano, nel momento del sorteggio, e il doversi scontrare con Liverpool e Aston Villa, peraltro in casa loro, ha rappresentato un peso».
Troppo presto per avventurarsi in previsioni?
«Tre giornate cominciano a non essere poche ma neppure molte. Le trappole, nell’immediato, si vedono: il Milan andrà a Madrid ad affrontare il Real, la Juventus in Francia con il Lilla, l’Atalanta a Stoccarda, l’Inter a San Siro con l’Arsenal e il Bologna contro il Monaco, ma quando sei in Champions League non puoi lasciarti impressionare da queste sfide. Le italiane hanno la storia dalla loro parte, e quello conta, saranno gare assai difficili ma non impossibili. Però forse dopo la prossima saremo in grado di capire qualcosa: magari un orientamento verrà più immediato. Continuo a pensare che le otto giornate aiutino per tentare di arrivare a chi ne ha la forza tra le prime otto oppure di ambire agli spareggi».
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