Andrea Ranocchia, ex difensore e capitano dell'Inter, ha raccontato il suo legame con i colori nerazzurri nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport: "Devoto a San Francesco e alla causa Inter... Venivo da stagioni indimenticabili con Spalletti, Conte, il primo Inzaghi".


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Ranocchia: “Conte mio padre calcistico, ti entra nella testa. Ma l’Inter è molto più forte”
Un invidiabile accumulatore di informazioni, caratteri, situazioni.
"Di Spalletti ricordo l'empatia".
L'empatia? Spalletti?
"Con i ragazzi imposta un rapporto ultrapositivo, punta molto sull'aspetto umano, sui valori. E insegna il calcio dalle basi. La bellezza di Luciano è che lavora con i grandi giocatori e le grandi squadre come se allenasse i giovani e le piccole. A fine seduta poteva fermarsi con uno di noi per lavorare sulla tecnica, sui contrasti. Lo faceva lui, non delegava ai collaboratori. Il calciatore certe cose le apprezza. Spalletti è uno che si alimenta di stima e rispetto, è gruppo. Ricordo ad esempio che una sera...".
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Ricordi che una sera?
"Ero a cena con Padelli e Berni, secondo e terzo portiere. Tutti e tre giocavamo poco. Ci venne in mente di telefonargli: "Mister, vieni anche tu e paghi per tutti". Se non hai un buon rapporto con l'allenatore non gli rompi le palle alle undici di sera. Meglio, non gli fai nemmeno sapere che sei fuori a quell'ora".
Conte l’hai avuto addirittura in tre tempi.
"È il mio padre calcistico. Il primo a credere in me, quello che mi ha fatto esordire e formato".
Ma è il tuo opposto: una quota di ansia la trasmette per natura ai suoi.
"Ti cambia la testa. Lui ha rivoluzionato il calcio, esiste il filone Conte così come il filone Guardiola. Arezzo, primo allenamento, entra nello spogliatoio e dice alla squadra: "Adesso facciamo le giocate memorizzate". Fino a quel momento si parlava d'altro, si faceva altro. In allenamento insegnava movimenti che portavi identici in partita. Ti sfiancava, le sedute erano durissime, ma garantivano risultati e quando alla fatica corrisponde il successo il giocatore ci sta col cuore. Conte ti fa credere in quello che dice e insegna, ti porta oltre il limite, ti entra nella testa e rende vincente. Guarda cosa sta combinando a Napoli con una buona squadra. Buona, non ottima. L'Inter è molto più forte".
C'è chi la vede in flessione.
"Leggo che criticano il mercato...".
Sai leggere.
"Il mercato serve a migliorare la rosa. Ma come la migliori quella dell'Inter? È forte nelle prime e nelle seconde linee. Cambiare per cambiare non ha senso: sai cosa lasci ma non sai cosa puoi trovare".
Sei peggio di Marotta, carichi di responsabilità Simone.
"Posso parlarti solo del primo Simone, che somiglia tanto a Spalletti. È uno che si fa voler bene dalla squadra, i giocatori lo seguono perché ne rispettano prima il carattere e poi le idee. Quello che accade da sempre a Ancelotti".
La devozione all'Inter come la spieghi?
"C'è bisogno che te la spieghi?".
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