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Erano anche i leader tecnici.
«Sì, in quella squadra c’erano tanti giocatori importanti. Anche Juric e Bocchetti, tutti futuri allenatori».
Non può essere un caso...
«No, assolutamente. C’entra tanto Gasperini, è stato un maestro per tutti noi. Averlo come allenatore ti cambia la carriera, è ai livelli di Ancelotti per gestione del gruppo e capacità».
Quanto “Gasperini” c’è in Palladino e Thiago Motta?
«Credo che Palladino somigli più a Gasperini, soprattutto per le letture a partita in corso. Anche in campo era un “suo” uomo, lo conosceva dai tempi delle giovanili della Juventus, poi si sono rincontrati a Genova. Raffaele era un suo pupillo, uno di quelli più capaci nel trascrivere le indicazioni del Gasp in campo».
Da ex portiere invece, De Gea può essere considerato il migliore in Serie A?
«Secondo me sì. Ho sempre detto che la Fiorentina meritava un portiere “pesante”, per carisma e tecnica. E lo vedo addirittura maturato: il suo rendimento è più lineare. Prima era famoso per grandi exploit ma per qualche disattenzione ogni tanto. Oggi è affidabile al cento per cento».
Come finisce stasera?
«Vince la Juventus, ma soffrendo».
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