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Rummenigge: “Mondiale per club, un miracolo. I giocatori smettano di lamentarsi”

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L'ex giocatore nerazzurro ha avuto modo di parlare della nuova formula del torneo a cui prendere parte anche l'Inter
Eva A. Provenzano Caporedattore 

In un'intervista a Sportbild Karl-Heinz Rummenigge è tornato a parlare del Mondiale per Club e lo ha definito un miracolo mondiale ma ha soprattutto parlato dei giocatori, degli stipendi troppi alti e delle loro lamentele. Tanto che il giornale tedesco ha titolaro: "Rummenigge contro i giocatori piagnoni". «Per molto tempo la Coppa del Mondo per Club è stata una competizione priva di emozioni e ora questa situazione è destinata a cambiare con la nuova modalità. Prima con sette squadre in inverno era noiosa. Come vincitore di una Champions League, si volava lì e si sapeva già che si sarebbe tornati con un altro trofeo nel bagaglio. Tutto ciò che è programmato e non emozionato non raggiunge i tifosi», ha detto.

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Stipendi troppo alti

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«Per me il fatto che la Fifa introduca ora la nuova Coppa del Mondo per Club equivale a un miracolo mondiale: per la prima volta, una competizione per squadre nazionali, la Confederations Cup, è stata abbandonata a favore di una competizione per club. Le polemiche per i calendari troppo intasati? I nostri giocatori dovrebbero smettere di lamentarsi. Tutte le trattative contrattuali a cui ho assistito con noi vanno sempre e solo in una direzione: sempre più in alto, sempre più lontano, sempre più veloce. Ma tutti quei soldi devono arrivare da qualche parte. I giocatori e i loro consulenti chiedono di più e i soldi devono provenire da altre competizioni, come la nuova Coppa del Mondo per Club in estate. È questa la trappola che i giocatori si sono imposti», ha aggiunto l'ex nerazzurro.


Rummenigge si pone come obiettivo la lotta contro l'aumento esponenziale degli stipendi e dei consulenti: «In passato ho avuto diverse discussioni con Aleksander Ceferin (Presidente UEFA; ndr). La UEFA, i club, le leghe europee, il sindacato dei giocatori Fifpro e i consulenti devono sedersi a un tavolo e discutere su come trovare insieme una soluzione più razionale. Prevedo che se le cose continueranno così, il calcio sarà l’unica industria al mondo a non realizzare più profitti, ma solo perdite. Stiamo tutti andando verso un muro e nessuno è pronto a togliere il piede dall'acceleratore». 

E ha spiegato: «In Europa abbiamo bisogno di un limite massimo assoluto per i costi delle squadre, come nei campionati professionistici statunitensi (per stipendi, trasferimenti, compensi degli agenti; ndr). Oppure un tetto agli stipendi dei giocatori. In fin dei conti, un tetto salariale sarebbe probabilmente meglio per il clima lavorativo interno, anche solo per frenare il fattore gelosia. Perché se una persona guadagna uno stipendio folle, non si può far altro che pagare tutti gli altri molto meno. Inoltre, se un giocatore del Bayern guadagnasse "solo" 15 milioni di euro all'anno invece di 20, considererei comunque questa cifra, con tutto il rispetto, una follia». 

(Fonte: bild.de)

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