00:56 min

news

Sacchi: “Inzaghi, crescita costante. C’è stato un notevole cambio di mentalità, ora…”

Andrea Della Sala Redattore 
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico Arrigo Sacchi ha analizzato la crescita degli allenatori italiani e l'ascesa di Simone Inzaghi

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico Arrigo Sacchi ha analizzato la crescita degli allenatori italiani e l'ascesa di Simone Inzaghi con l'Inter:

L’allenatore più vincente è un italiano: il suo allievo Ancelotti. Cinque Champions League in bacheca da tecnico. Nessuno come lui.

«Carlo è un fenomeno, un maestro e, cosa fondamentale, una gran brava persona. Il carattere equilibrato e tranquillo è la sua forza. Conosce i segreti del calcio e, quando si trova in difficoltà, riesce a trovare una via di uscita. E le sue squadre cercano sempre il gioco, il dominio, la bellezza».

Tutti vogliono Conte: il Napoli, ovviamente perché ce l’ha, la Juve, si dice pure il Milan. Lei che lo conosce bene che ne pensa?


«Antonio è un fuoriclasse. A Napoli lo sta dimostrando. Ha rimesso insieme i cocci della passata stagione, ha dato una chiara identità al gruppo, ha convinto a giocatori a seguirlo e, nonostante gli abbiano venduto il giocatore più forte a gennaio, è secondo. Se non è un miracolo, poco ci manca».

Qual è la sua qualità principale?

«La dedizione al lavoro. Antonio sa che si arriva al traguardo soltanto dopo aver sgobbato, dopo essersi sacrificati, dopo aver fatto fatica. E questa mentalità è capace di trasmetterla ai giocatori: lo ha fatto alla Juve, lo ha fatto all’Inter, lo ha fatto al Napoli e lo ha fatto pure in Nazionale dove, vi assicuro, un’impresa simile è piuttosto complicata».

Simone Inzaghi, con la sua Inter, è ancora in corsa su tre fronti. Il suo giudizio?

«Di Inzaghi ho apprezzato la costante crescita. Prima un po’ timido, adesso coraggioso, l’Inter non arretra più a protezione del risultato, ma continua ad attaccare quando è in vantaggio: un notevole cambio di mentalità, reso possibile anche dalla totale sintonia con il club. Perché, lo ripeto sempre, il club viene prima dell’allenatore e l’allenatore viene prima dei giocatori. Se questa scala gerarchica non è rispettata si va incontro ai guai».

Nel prossimo campionato potrebbe tornare in pista Allegri, che piace al Milan.

«Il Milan deve, prima di tutto, fare chiarezza a livello societario. E poi, se deciderà di prendere Allegri, dovrà appoggiarlo sempre e comunque. Sapete che a me piace un calcio diverso da quello che fa praticare Max, però io lo rispetto tantissimo per quello che ha vinto e per il lavoro che fa. Si colloca perfettamente nel solco della tradizione italiana».

Anche Mancini dovrebbe rientrare in gioco.

«Ci ha regalato una gioia con la vittoria dell’Europeo e una delusione con la mancata qualificazione al Mondiale. E’ un allenatore che ama il bel calcio, questo è lampante, non punta a fare le barricate, e conosce i giocatori e le dinamiche dello spogliatoio. Un suo ritorno in panchina non potrebbe che aiutare la crescita del calcio italiano».

Pioli, che si è «isolato» in Arabia, pare piaccia alla Juve. Che cosa pensa di questa soluzione?

«Pioli ha compiuto un capolavoro vincendo lo scudetto con il Milan. Non aveva la squadra più forte eppure è arrivato primo. Si è fatto voler bene dai calciatori, ha mostrato un gioco moderno. Alla Juve non so come potrebbe trovarsi, visto che dopo il fallimento di Thiago Motta lì c’è da azzerare tuto e ripartire. Non è un lavoro semplice. Però Stefano ha le qualità per riuscire nell’impresa».

Altri nomi che impreziosiscono la scuola italiana: Gasperini, Italiano, Baroni, Sarri.

«Parto dall’ultimo: Sarri. Perché nessun club ha investito su un maestro come Maurizio? A me pare una follia che lui sia senza squadra. Gasperini è semplicemente fenomenale: in una città che non è una metropoli ha saputo costruire una squadra che si è fatta ammirare in Italia e in Europa. Chapeau! Italiano lo conoscevo dai tempi in cui guidava lo Spezia. E’ stato bravo alla Fiorentina e ancora più bravo adesso al Bologna. Le sue squadre hanno conoscenze tecniche e tattiche, e hanno uno stile ben chiaro. E poi c’è Baroni: ha organizzato una squadra divertente che ha offerto un ottimo livello di gioco».