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Scalera: “Barella e Dimarco campioni e uomini. La finale Scudetto contro l’Inter…”

Alessandro De Felice Redattore 
L'ex calciatore, che ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo all'età di 24 anni, ha ripercorso la sua storia

Giuseppe Scalera, ex difensore di Fiorentina e Bari, che poco piu di due anni fa ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo, ha rilasciato un’intervista a Cronache di Spogliatoio per raccontare la sua breve, ma intensa, carriera.

Nella chiacchierata, Scalera ha parlato del periodo nelle giovanili del club viola:

“Sono stati sei mesi incredibili, al termine dei quali purtroppo non è stato trovato l’accordo per rimanere. Non mi aspettavo questa opportunità, ho scelto con la testa e non con il cuore, perché stavo lasciando la squadra dei miei sogni per un’opportunità incredibile, a Firenze era tutto perfetto, facemmo un grande campionato e perdemmo la finale Scudetto soltanto contro l’Inter di Pinamonti, con cui ho giocato in Nazionale e che mi prendeva in giro per questo. Eravamo forti: c’erano anche Sottil e Ranieri, che ora giocano lì”. 

L’ex calciatore ha parlato anche dei compagni nelle nazionali giovanili:

“Dimarco era un giocatore splendido anche da ragazzo, un motorino con il piede vellutato. Ricordo che al Mondiale segnò al 90° dalla trequarti su punizione, poi Vido chiuse la partita. Ma senza quel gesto tecnico avremmo perso. Dire che Barella fosse un motorino è riduttivo, si vedeva che era un giocatore rispetto a noi. Ho capito che la differenza tra quelli normali e i campioni come loro è, anche, l’essere uomini. Barella e Dimarco lo sono con la U maiuscola. Ero il più piccolo e mi integrarono subito nel loro gruppo, dei leader. Senza dimenticare amici come Melegoni o Pinamonti”.