- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
news
Getty Images
Intervistato dal Corriere del Veneto, Andrea Seno ha parlato di Venezia-Inter. Doppio ex della gara, Seno racconta aneddoti e storie legate alle due maglie. "Il primo aneddoto? Mi viene in mente la stagione 1998-1999, dopo la promozione in Serie A. Al Venezia ero il braccio destro di Giuseppe Marotta, facevo il team manager e anche l’osservatore. Ero agli inizi, ma Marotta mi ascoltava molto".
«Serviva un’operazione clamorosa, di quelle che cambiano una stagione. Pensavamo a chi potevamo prendere, anche perché non si poteva spendere troppo. E a Marotta dissi: perché non prendiamo Recoba? Giocava poco ma secondo me, e Beppe fu d’accordo, aveva la possibilità di lasciare il segno se lo avessimo portato in laguna».
«Inaspettatamente ci fu mostrata disponibilità, apertura a condizioni eccellenti dal punto di vista economico. Moratti stravedeva per Recoba e voleva rilanciarne le quotazioni. Lo convincemmo che a Venezia poteva fare qualcosa di grande, in una squadra che sarebbe stata perfetta su di lui. Provammo a spiegare che sarebbe stato perfetto in coppia con Maniero, i due erano fatti per giocare uno per l’altro. Io avevo buoni rapporti con l’Inter, Marotta fu bravo a tessere la tela. Il direttore sportivo era Gianni Di Marzio ma quell’operazione la fece Marotta in persona».
«Recoba ci portò alla salvezza. In quella partita servì l’assist a Volpi per il primo gol, poi segnò una magnifica punizione. Per l’Inter fece gol Ronaldo ma fu una vittoria clamorosa, tanto che a fine partita la curva cantò “Novellino portaci in Europa!”. Impensabile pochi mesi prima, quando sembravamo destinati alla retrocessione».
«Il gol nel derby del 1995, un’emozione incredibile. Segnare alla Scala del calcio, vincere un match in cui eravamo nettamente sfavoriti rispetto al Milan fu qualcosa di pazzesco. Io arrivai in un’epoca di transizione, Pellegrini era stanco e voleva vendere, poi arrivò Moratti che diede inizio a un’epopea davvero fantastica».
«Da piccolo ero juventino, quando finii a giocare nell’Inter mi sentivo parte di qualcosa di davvero grande e mi tuffai anima e corpo in quel progetto. Domani tiferò Venezia, sono veneziano e la squadra della mia città è qualcosa di impagabile. Spero davvero che si riesca a mantenere la Serie A, se così fosse secondo me si potrebbe aprire un grande ciclo».
«All’andata ho visto la partita. È stato un match bellissimo, il Venezia ha fatto un figurone e avrebbe meritato il pareggio. Ha dimostrato che contro le grandi può dire la sua, tranne contro il Milan non è mai stato messo sotto nemmeno dalle big».
«Se si riescono a inserire tre o quattro buoni rinforzi, a mio parere la salvezza è più che possibile. Il distacco dal quartultimo posto è minimo, basta una vittoria per cambiare tutto. Chissà, magari arriverà domani, al Penzo non è facile per nessun avversario. È uno stadio unico, tutto il contesto è particolare: per una big come l’Inter può essere una trappola».
(Corriere Veneto)
© RIPRODUZIONE RISERVATA