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Sommer: “Difesa ‘vecchia’? No, problema in una parola. Scudetto e Champions, puntiamo al massimo”

Alessandro De Felice Redattore 

Che tipo è Martinez? È lui il futuro del club?

“Abbiamo una buona relazione, è pure stato in Germania, al Lipsia, qualche anno fa, ma purtroppo non ha imparato il tedesco... Un bravissimo ragazzo e un bravissimo portiere, dal grandissimo potenziale. Poi è completamente diverso da me, più alto e più grosso: buon per l’Inter avere opzioni così diverse anche nel nostro ruolo”.

Ci dica una cosa che ha imparato qui da noi, patria di grandi portieri?

“Sono cresciuto ancora di più nella costruzione, ho due preparatori bravissimi e lavoriamo proprio sullo stile italiano, dalla posizione alla copertura della porta fino ai singoli dettagli che poi fanno la differenza. Mi dimostrano che alla mia età e nel mio ruolo si può sempre crescere”.

A proposito del modello italiano: chi era il suo?

“Devo dire Buffon, non era solo la porta e l’occupazione. Era completissimo: carattere, velocità, carisma. Ho amato vederlo e ispirarmi a lui”.

Quando si parla dei migliori portieri in circolazione difficilmente si fa il suo nome: non è che la sottovalutano un po’?

“Magari sì, non saprei, ma meglio non mettersi a pensarlo perché non puoi cambiarlo. Sono abituato a ragionare su ciò che posso cambiare: le mie performance, il mio livello. Quando si fanno queste classifiche, conta sempre da dove arrivi: gli italiani dicono Donnarumma, I tedeschi Neuer e spero gli svizzeri Sommer. Il mio obiettivo è essere il miglior portiere possibile per la mia squadra. E il fatto di essere candidato al premio Yashin mi fa piacere e mi fa capire che ho fatto bene”.

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