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L’anno scorso rimpiangeva di non poter andare a vedere il concerto di Bruce Springsteen per la nazionale, quest’anno il Boss torna il 30 giugno e il problema è il Mondiale per Club…
“Mi piacerebbe davvero vederlo prima o poi, per me Bruce sono i pomeriggi a casa da ragazzo sdraiato sentendo i vinili di mio padre. Ho letto il libro e ascoltato il podcast fatto con Obama: amo ciò che suona, che canta, l’idea che rappresenta”.
Lo ascolta anche prima del match?
“In realtà prima delle partite ho un altro rituale, c’è un momento preciso che riconosco nella stanza in cui smetto di essere Yann e divento Sommer, il portiere. Faccio clic, mi trasformo: non è che divento Hulk, ma è una meditazione che mi serve per mettere a fuoco tutto ed entrare in partita”.