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Stramaccioni: “Inter, di Calhanoglu ce n’è uno: uscito lui, fuori anche Barella e Mkhitaryan”

Andrea Della Sala Redattore 

Qual è la qualità che l’Inter dello scudetto ha perso e deve ritrovare?

«La solidità e la cattiveria difensiva: se pensiamo che nelle prime 17 partite della scorsa A aveva subito 7 gol... Ora siamo a 15 gol presi, più del doppio. E con gli stessi uomini, anche se va sottolineata la lunga indisponibilità di Acerbi e Pavard».

Abbiamo visto una squadra capace di fare 6 gol all’Olimpico contro la Lazio e di subirne 3 in un tempo dal Milan: qual è la vera Inter?

«L’Inter sta giocando tantissimo e sempre ad altissimi livelli, e in questo calcio senza sosta la continuità che rasenta la perfezione è solo delle squadre che restano nella storia. Una bella parte di storia questa squadra l’ha gia scritta, ora è chiamata allo step più difficile, riuscire a non calare mai di intensità su tutti i fronti. Ha le qualità, i valori e la rosa per farlo. Ma la sfida non è solo tecnica, c’è una grande componente mentale».

Da dove dovrà ripartire Inzaghi?

«Simone non ha bisogno dei consigli di nessuno. È uno dei migliori nella gestione dei momenti difficili e ha tenuto la barra dritta in momenti ben peggiori. Saprà analizzare con lucidità le cose che non gli sono piaciute anche contando sul rapporto straordinario che ha con un gruppo di giocatori molto esperti, che non cambiano umore dopo un ko, seppur cocente come questo».

Lei ha più volte detto che ritiene l’Inter la più forte della Serie A e tra le migliori in Europa. Siamo a metà stagione e la prima coppa è andata: resta della stessa idea?

«Io penso che l’Inter sia l’ italiana più forte per organico, soluzioni tecniche ed esperienza internazionale. Questa Serie A è avvincente ed equilibrata come mai negli ultimi anni, e il gap con le avversarie si è sensibilmente ridotto. Essere i più forti non significa partire vincitori, ogni gara va vinta con sacrificio. E questo Inzaghi e i suoi lo sanno bene».


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