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La Juventus è reduce dal ko di Champions con lo Stoccarda. Che sensazioni ha per San Siro?
«A Milano abbiamo disputato sempre ottime partite, il derby d’Italia è una serata a sé. Il ricordo più bello è quello del 2007-08, al ritorno in A dopo Calciopoli: battiamo l’Inter 2-1 con gol mio e di Camoranesi. Una vittoria speciale per i tifosi, che dalla stagione in B tengono ancora di più a questa partita. Stavolta speriamo segni Vlahovic».
Come vede il serbo?
«È un attaccante con qualità importanti, ma deve determinare di più: un po’ come fa Lautaro nell’Inter. Motta si appoggia molto a Dusan e lui deve diventare ancora più decisivo e protagonista. Si possono fare tanti discorsi, però la storia della Juve è chiara: al centravanti si chiedono i gol e i bomber vengono giudicati per i numeri. È stato così per me e ora lo è per Vlahovic. Si muove bene, Dusan: ha realizzato 7 reti e possiede le qualità per arrivare a 30 gol, ma dipende anche dalla Juve. La squadra deve avere la stessa voglia ed essere offensiva».
Lautaro è da Pallone d’oro?
«Sulla carta i parametri non gli mancano, adesso senza Ronaldo e Messi ci sono più possibilità anche per gli altri big. I titoli migliorano i giocatori e lui ha vinto con l’Inter e con l’Argentina. È carismatico e determinante, completo. Ha la mentalità dei Batistuta e dei Crespo. Però non dimenticatevi di Marcus...».
Lei, a lungo compagno di Thuram padre, ha visto crescere l’interista. Sorpreso?
«No. Nei figli di Lilian vedo il marchio della famiglia Thuram: professionalità, continuità, voglia di migliorarsi e vincere. Marcus sta salendo di livello e quando non segna Lautaro, ci pensa lui: non è poco. Lilian all’inizio sarà un po’ emozionato a San Siro, non ricordo altri campioni che possono vantare un figlio nella Juve e uno nell’Inter. Poi prevarrà l’occhio calcistico: è un grande consigliere per i suoi ragazzi. Marcus ha già vinto lo scudetto con l’Inter e Khephren può diventare l’acquisto rivelazione della Juve assieme a Kalulu».
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