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Vieri: “Inter più forte, Inzaghi non deve inventare nulla. Dimarco out? Carlos Augusto straforte”

Andrea Della Sala Redattore 
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex bomber di Atalanta e Inter ha parlato della grande sfida di domani sera e della lotta a tre

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex bomber di Atalanta e Inter ha parlato della grande sfida di domani sera e della lotta a tre al vertice:

Quanto è decisiva, Bobo?

«Dopo questa ci sono altre nove partite, giusto? Non è decisivissima, issima, issima, però importantissima. Perché per lo scudetto non è una corsa a due, e il Napoli gioca in casa del Venezia, e se va come dovrebbe andare... Dico dovrebbe, eh?».

Importante più per l’Atalanta o per l’Inter?

«Se vince l’Atalanta sarebbero tre punti molto molto pesanti: anche per il Napoli. I 27 che resterebbero sono tanti, certo. Ma recuperarne o perderne tre tutti insieme...».

Tanti più per la testa che per la classifica: ci sta?

«Se dovesse perdere, Inzaghi potrebbe fare solo una cosa: entrare nello spogliatoio e dire “non ci pensiamo più, testa solo alle prossime partite: campionato, Champions League, Coppa Italia”. Avere mille partite da giocare aiuta, non hai tempo di piangerti addosso. E la storia dice che a volte inseguire non è per forza un male».

E se vince l’Inter?

«Fa un bel salto dell’ostacolo forse più duro da qui alla fine. Ma probabilmente lo fa con il Napoli sempre sulle spalle. E ci divertiamo ancora».

Chi sta meglio?

«L’Atalanta che ho visto a Torino fa paura. E per una settimana ha avuto in testa solo questa partita. Però l’Inter non ha faticato con il Feyenoord: si presentano in grandissime condizioni tutte e due».

Atalanta da paura, ma quanto favorita da quella Juve così in difficoltà?

«No, no. La Juve ha provato a fare la sua partita, ma è stata travolta dall’aggressività dell’Atalanta, una banda di “animali” affamati: li hanno distrutti anzitutto fisicamente».

È questo che l’ha impressionata di più?

«L’Atalanta non impressiona più, è da sei-sette anni che impressiona e che io parlo della sua “diversità”. Va a mille all’ora, ti mette pressione, fa la partita ovunque. Vince o perde, ma crea sempre tanto. Prende gol? Amen: continua a guardare avanti».

In realtà non prende gol da cinque partite: attacca sempre, ma con un blocco squadra un po’ più basso.

«La filosofia resta attaccare, appunto: gli scudetti oggi si vincono così, forse era vero il contrario trent’anni fa, non oggi. Ma è filosofia, intelligenza tattica, anche cercare soluzioni per essere più solidi dietro».