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L’ha sorpresa la rimonta rossonera con la Juve?
«Fino al 70’ di fatto non c’è stata quasi partita, ma l’uno-due del Milan, a prescindere da come sia maturato, non mi ha sorpreso più di tanto, perché in rosa ci sono qualità importanti. Fra tanti problemi e cambiamenti, poi, emerge il dato più importante per Conceicao: il Milan è vivo».
A proposito di Conceicao, lei lo conosce molto bene...
«È un grande amico, un uomo speciale, divertente. E come tecnico parla la carriera. Il suo Porto era una squadra tosta, aggressiva. Sergio vuole velocità, ritmo, intensità e attaccamento alla causa. Dai suoi ragazzi pretende il massimo sul campo, zero sconti a chi non dà tutto».
Lautaro è in crisi?
«Ma non fatemi ridere. Intanto a Cagliari ha segnato. Poi, crea 3-4 occasioni a partita, come con l’Atalanta. Ci sono periodi in cui la palla proprio non vuole entrare, e non c’è un perché. Oltretutto, l’altra sera è stato fenomenale pure Carnesecchi. Il problema esisterebbe se Lautaro non tirasse mai in porta. Invece lui lotta, gioca bene e per la squadra, e crea tantissime occasioni: basta un attimo, ed è facile che arrivino 8-9 gol in questo mese di gennaio. Deve stare tranquillo, è un grandissimo attaccante».
Thuram non giocherà con il Milan.
«Ragazzo magnifico, educato, simpatico. Non mi aspettavo un’esplosione simile a livello di gol, ma la sua intelligenza lo aiuta sotto tutti i punti di vista. Oggi è una punta completa: potente, veloce, altruista e sempre a caccia della profondità. Uno così è un grosso problema per qualsiasi difesa. Guardo poi suo fratello Khephren alla Juve e mi viene da fare i complimenti al grande papà Lilian: quei due ragazzi sono anche umanamente un esempio».
Cosa le piace di Simone Inzaghi?
«Ha le idee sempre chiare, va avanti con il suo calcio, supportato da una dirigenza top. Marotta è il numero uno al mondo: una volta c’era Galliani, ora c’è Marotta. E Ausilio conosce il calcio come pochi: di lui e del suo ottimo staff non se ne parla mai abbastanza; pescano grandi giocatori con un budget minimo».
La qualità migliore dell’Inter?
«Una rosa spaventosa».
Un difetto?
«A volte è troppo leziosa, si sente forte e cala di intensità. Succede alle grandissime squadre».
Gasp e Motta hanno subito parecchie critiche dopo le sconfitte in semifinale...
«Ho sentito anche qualcosa di esagerato. Thiago è all’inizio di un progetto condiviso da tutti alla Juve: bisogna avere pazienza, le qualità del tecnico sono evidenti, l’esperienza a Bologna parla chiaro. E su Gasp evito particolari commenti: la sua Atalanta non si discute. Poi, in questo calcio ne sento di tutti i colori, troppa gente interviene senza capire nulla».
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