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Quest'anno lo Young Boys ha iniziato male.
"Sì, è terzultimo con nove punti, ma nell'ultima giornata ha battuto 2-1 il Lucerna in casa. Gli avversari non hanno visto un pallone. Certo, hanno perso 3-0 con l'Aston Villa, ma col Galatasaray di Icardi e Mertens hanno vinto 3-2. Il fattore campo è sempre stato decisivo. Ricordo allenamenti specifici e schemi preparati in settimana per mettere in difficoltà gli altri".
Il loro punto di forza?
"Giocare uomo su uomo. Quando c'è da gestire il pallone in profondità sfruttano l'effetto campo, perché sanno come viaggia la sfera. Con la palla tra i piedi possono dare fastidio, e infatti non credo che giocheranno di rimessa. Potrebbero fare la partita e tenere in mano il gioco. Anche se contro i nerazzurri ci vuole molto coraggio".
Ma l'Inter resta superiore?
"Certo. Per quanto astuto e furbo, lo Young Boys non ha giocatori con la qualità di Barella, Lautaro o Thuram. L'importante sarà non sottovalutare l'impatto col terreno. Negli anni ho visto molte squadre arrivare a Berna sicure di sé e poi crollare".
Le individualità migliori?
"Mohamed Camara, difensore centrale tosto e di esperienza. Un leader. Poi dico Cheikh Niasse, scuola Lilla, centrocampista, e la punta Cedric Itten. Negli ultimi due anni ha segnato quasi 40 gol".
Il cambio di allenatore può incidere?
"Forse. Ora in panchina c'è Joël Magnin, una bandiera dello Young Boys. Ex giocatore, ex tecnico delle giovanili. Ma quest'anno sta andando tutto male. Lo Young Boys ha vinto sei campionati nelle ultime sette stagioni. Ha dominato in lungo e in largo, ma adesso serve un salto di qualità in Europa. Il campo sintetico resta l'arma in più".
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