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Zappa: “All’Inter da tifoso del Milan. Prima volta da terzino in nerazzurro negli Allievi”

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Il terzino del Cagliari, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato della grande doppietta siglata al Milan
Andrea Della Sala Redattore 

Il terzino del Cagliari Gabriele Zappa, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato della grande doppietta siglata al Milan

Quando è arrivato a Cagliari, dal Pescara, nel settembre del 2020 firmò un quinquennale. Ora a che punto siamo?

«A giugno scado…».

Pensieri?

«Sarei felice di rinnovare col Cagliari. È una terra che amo ormai. Cinque anni significano tanto. Ho vissuto un miliardo di emozioni. Ho comprato casa qui, non a Milano, in una zona centrale. Ci sono persone con le quali ho legato tanto, amo mare e sole che ci sono tutto l’anno. Mangio benissimo. I luoghi del cuore? Ho un debole per Calazafferano dove si arriva solo via mare e Sara un po’ soffre, ma quando ci sei è un paradiso. I nostri tifosi mostrano attaccamento, la società è una grande famiglia, col presidente Giulini c’è un buon rapporto».


Chi l’ha pensata terzino per primo?

«Gian Mario Corti negli Allievi dell’Inter».

Zappa: “All’Inter da tifoso del Milan. Prima volta da terzino in nerazzurro negli Allievi”- immagine 2

Dove in Primavera le preferivano un certo Valietti. Ora dove gioca?

«Credo in C. Esatto, a Trapani».

Ma è vero che lei giocava all’Inter ed è milanista?

«Era vero, poi quando stai vicino alla prima squadra e sei all’Inter non puoi non tifare. Oggi in Champions le tifo tutte e due. Anche se quando sono a casa stacco dal calcio, non sto sempre a guardare partite. Sulla tv decide più Sara che vuole vedere film e serie».

E a giugno la sposa…

«Sì. Lo faremo dalle nostre parti, al suo paese, Capriano. E avrò come testimone Marco Sala del Como Siamo cresciuti insieme all’Inter».

Vi salverete?

«È quel che vogliamo a ogni costo. Ogni anno è più difficile. Quest’anno ci sono più squadre in ballo e la differenza tra grandi e piccole un po’ si è assottigliata. Noi abbiamo la forza di un gruppo sano, andiamo al campo col sorriso e questo può fare la differenza. ci sono giocatori che lottano e hanno faccia tosta. Le faccio un esempio: Makoumbou era stato espulso a Udine. È tornato in campo come se niente fosse, senza paura. È uno che si fa dare la palla anche in mezzo a 4-5 avversari, ha personalità».

Ma sabato come ha festeggiato?

«Allo stadio è venuto, da Villasanta, la nostra casa, papà Alessandro. Poi siamo saliti insieme a Milano. Mamma si è mangiata le mani per non essere venuta. Ho visto un po’ di amici, nonni, zii. Ero felice per i gol, anche se in difesa e sulle coperture preventive qualcosa non l’ho fatta bene. Per questo penso sempre a migliorarmi».