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Chi l’ha pensata terzino per primo?
«Gian Mario Corti negli Allievi dell’Inter».
Dove in Primavera le preferivano un certo Valietti. Ora dove gioca?
«Credo in C. Esatto, a Trapani».
Ma è vero che lei giocava all’Inter ed è milanista?
«Era vero, poi quando stai vicino alla prima squadra e sei all’Inter non puoi non tifare. Oggi in Champions le tifo tutte e due. Anche se quando sono a casa stacco dal calcio, non sto sempre a guardare partite. Sulla tv decide più Sara che vuole vedere film e serie».
E a giugno la sposa…
«Sì. Lo faremo dalle nostre parti, al suo paese, Capriano. E avrò come testimone Marco Sala del Como Siamo cresciuti insieme all’Inter».
Vi salverete?
«È quel che vogliamo a ogni costo. Ogni anno è più difficile. Quest’anno ci sono più squadre in ballo e la differenza tra grandi e piccole un po’ si è assottigliata. Noi abbiamo la forza di un gruppo sano, andiamo al campo col sorriso e questo può fare la differenza. ci sono giocatori che lottano e hanno faccia tosta. Le faccio un esempio: Makoumbou era stato espulso a Udine. È tornato in campo come se niente fosse, senza paura. È uno che si fa dare la palla anche in mezzo a 4-5 avversari, ha personalità».
Ma sabato come ha festeggiato?
«Allo stadio è venuto, da Villasanta, la nostra casa, papà Alessandro. Poi siamo saliti insieme a Milano. Mamma si è mangiata le mani per non essere venuta. Ho visto un po’ di amici, nonni, zii. Ero felice per i gol, anche se in difesa e sulle coperture preventive qualcosa non l’ho fatta bene. Per questo penso sempre a migliorarmi».
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