news

Le Guide Alpine in visita a Pinzolo

Francesco Parrone

Scese per alcune ore dalle alte quote delle Dolomiti di Brenta, questa mattina le Guide alpine di Madonna di Campiglio hanno fatto visita ai giocatori dell’Inter impegnati nella seduta di allenamento al campo “Pineta” di Pinzolo....

Scese per alcune ore dalle alte quote delle Dolomiti di Brenta, questa mattina le Guide alpine di Madonna di Campiglio hanno fatto visita ai giocatori dell'Inter impegnati nella seduta di allenamento al campo "Pineta" di Pinzolo.Grande entusiasmo da parte dello staff nerazzurro che ha accolto, a bordo campo, le Guide alpine della "Perla delle Dolomiti". In divisa ufficiale, completa di corde, il gruppo si è fermato a bordo campo assistendo all'allenamento e infine scambiando qualche battuta con Dejan Stankovic, Luca Caldirola e Andrea Ranocchia.Il vicepresidente delle Guide, Ferruccio Vidi, ha poi consegnato alla sorella del presidente nerazzurro, Bedy Moratti, nota appassionata di passeggiate in montagna, la medaglietta ufficiale che celebra i cento anni delle Guide alpine campigliane.Correva infatti l'anno 1911 quando da Innsbruck, la Luogotenenza per il Tirolo e il Vorarlberg certificò ufficialmente l'esistenza della "Società Soccorso" tra le guide e i portatori di Madonna di Campiglio, ponendo la prima pietra di una storia di ascensioni, accompagnamenti illustri e spedizioni internazionali che quest'estate celebra il secolo di vita. Cento anni che saranno celebrati dal 28 luglio al 28 agosto nell'ambito della nona edizione del Festival culturale d'alta quota "Il mistero dei monti": incontri, conversazioni, mostre, proiezioni cinematografiche sul tema delle guida e della montagna.Si inizia il 28 luglio insieme allo scrittore Erri De Luca che salirà a Malga Brenta Alta, ai piedi del Crozzon di Brenta, per dare voce alle emozioni del paesaggio dolomitico ricordando l'epica impresa di Paul Preuss che nello stesso giorno di cento anni fa camminava sui sentieri del Brenta per disegnare una nuova e mitica via sulle sue rocce, in particolare quella famosa salita al Campanil Basso, e discesa, senza alcuna corda né chiodi.