Il commento di Stefano Agresti, noto giornalista, sul sorteggio di ieri verso il prossimo Mondiale per Club estivo
Il commento di Stefano Agresti, noto giornalista, sul sorteggio di ieri verso il Mondiale per Club. Ecco le sue osservazioni, dalla Gazzetta dello Sport di oggi.
"Il Mondiale per club, al quale l’Italia partecipa con Inter e Juve, sarà una grande avventura estiva. E, come tutte le avventure che si rispettino, non ci farà mancare niente: il fascino e le emozioni, lo spettacolo e le novità, l’incognita e il mistero. Già, il mistero. È abbastanza misterioso, ad esempio, come le trentadue società riusciranno a gestire le loro rose, con il mercato che verrà aperto in via straordinaria a inizio giugno per permettere acquisti dell’ultima ora e con contratti di calciatori che scadranno il 30 giugno, nel bel mezzo della manifestazione. È possibile, insomma, che le squadre vengano modificate in modo rilevante a poche ore dal via o addirittura mentre le partite negli States sono già in corso. Sembra tutto studiato affinché ci siano colpi di teatro che creino sensazione: immaginate l’ingaggio di un campione tra la fine dei tornei nazionali e l’inizio del Mondiale, o un giocatore importante che si svincola e va a rafforzare una squadra quando i gironi eliminatori sono finiti. Si tratta di situazioni che in tanti anni di calcio non abbiamo mai visto - i tradizionalisti diranno che non avrebbero mai voluto vederle - perché non c’è mai stato un torneo per club spalmato tra due stagioni, tranne che nell’anno disgraziato del Covid (ma all’epoca non per scelta, ovviamente). Tant’è. Il nuovo spesso spaventa, poi magari appassiona.
Di nuovo, in questo Mondiale per club, ci sarà soprattutto la possibilità di vedere tutte assieme le squadre migliori del pianeta, provenienti da ogni continente, raggruppate assieme in un torneo lungo un mese. In passato c’era la Coppa Intercontinentale, che contrapponeva i campioni d’Europa e del Sudamerica in una sfida unica; una competizione che è stata poi allargata alle regine degli altri continenti. Si tratta comunque di un evento di breve durata, i vincitori della Champions se la cavano con due partite (da quest’anno con una) e prevalgono quasi sempre. Il Mondiale che si disputerà negli Stati Uniti dal 15 giugno al 13 luglio sarà invece un confronto senza precedenti, almeno a livello di club, tra culture calcistiche diverse: quando il campo dei partecipanti diventa così ampio, arrivando a coinvolgere 32 formazioni dal Sudamerica al Giappone, dall’Europa al Sudafrica, tutto si fa molto interessante. Poi è chiaro che l’aspetto economico ha un peso decisivo, perché i club per partecipare incassano decine di milioni di euro e c’è bisogno di creare motivi di interesse affinché gli sponsor investano. Così può anche capitare che l’Inter Miami di Messi, a un certo punto, entri tra le qualificate un po’ a sorpresa.
Dal punto di vista tecnico, il Mondiale per club ha un livello medio inferiore rispetto alla Champions. Ma questo non significa che sia tutto deciso, tutto scontato: per le grandi d’Europa le sfide con avversarie poco conosciute, soprattutto al termine di una stagione faticosissima, possono presentare problemi inattesi. E anche affrontare le squadre sudamericane - ma non solo - nelle gare a eliminazione diretta è meno banale di quanto qualcuno possa pensare. Se poi tra le europee dovesse annidarsi anche un briciolo di presunzione, ecco che i rischi aumenterebbero.