Succede tutto all’improvviso al minuto 17. Lo stadio è una bolgia, l’Inter ha appena segnato con Lautaro e l’arbitro Doveri ha annullato perché il pallone, sul lancio di Dumfries, era uscito dal campo all’inizio dell’azione. Tutti protestano e Mazzoleni a Lissone sta rivedendo le immagini alla Var. Nessuno si accorge di quanto sta succedendo vicino alla panchina di Inzaghi. Bove è piegato, sembra si stia allacciando una scarpa e quando si rialza, fa due piccoli passi barcollando e va giù di schianto. Calhanoglu e Dumfries, i più vicini al centrocampista, sono i primi a prestare soccorso. Inzaghi, nel tentativo di correre in aiuto, scivola. Cataldi fa un gesto fondamentale, spostandogli la lingua. I minuti successivi, poco più di quattro, lunghissimi, eterni, paralizzano i 22 mila del Franchi. Silenzio e paura. Sul campo si mischiano rabbia e disperazione. Piangono quasi tutti, Colpani, Adli e Dodo con la maglietta sulla faccia. Bastoni fa coraggio al 19enne Comuzzo, che è sconvolto e preferisce non avvicinarsi al muro intorno a Bove. Barella scuote la testa e si mette le mani tra i capelli. Ranieri, il capitano della Fiorentina, litiga con un operatore sanitario della Croce Rossa, arrivando sino agli spintoni, perché pretende che il soccorso sia più rapido. Accanto a lui c’è Mandragora che fa segno all’ambulanza di entrare in campo per accorciare l’attesa. Anche Dimarco, come impazzito, fa ampi cenni al mezzo perché non rimanga fermo a bordo campo. Una scelta studiata nel timore che sul prato bagnato le ruote si bloccassero.