Nonostante i tanti infortuni, l’Inter di Simone Inzaghi è ancora in corsa su tre fronti e dimostra una grande mentalità e coesione del gruppo. Inzaghi può contare su 25 giocatori, ma non li ha mai avuti tutti disponibili contemporaneamente e sarà così anche nel momento cruciale della stagione. "Il problema non sono state le formazioni, sempre competitive anche grazie alla duttilità e alla disponibilità di diversi giocatori, ma l’impossibilità di ruotare i titolari che sottopone qualcuno a uno stress che, dopo 8-9-10 partite consecutive, porta all’infortunio. Di recente è capitato a Lautaro e Dumfries. Il gruppo è sì acciaccato, ma in quanto è spirito è davvero in salute", sottolinea Libero.


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Calendario fitto e infortuni, ma l’Inter va oltre i ko. Inzaghi? Molti avrebbero messo…
"Solo Bastoni e Josep Martinez sono stati sempre a disposizione. Due su venticinque, di cui uno è il secondo portiere, in un’annata in cui perfino il terzo, Di Gennaro, si è fermato per tre mesi. Tutti gli altri hanno avuto almeno una settimana di stop, nella maggior parte dei casi di natura muscolare. L’Inter è ben allenata anche quest’anno dato che lo staff è lo stesso delle annate precedenti in cui gli intoppi sono stati pochissimi, quindi la causa è una stagione che nessuno aveva mai vissuto e quindi mai preparato. La nuova Champions da almeno due partite in più e con primi esiti rimasti aperti fino a febbraio, quindi con un dispendio mentale, oltre che fisico, senza precedenti, si è sommata all’estate degli Europei e della Coppa America che ha impedito ai nazionali di svolgere l’intera preparazione".
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"Inzaghi non ha mai potuto fare l’Inzaghi, lo scienziato delle formazioni. Non ha mai potuto progettare le formazioni sul lungo periodo, ma l’Inter è sopravvissuta lo stesso, si è costruita un’occasione e ne sembra ben consapevole. Molti allenatori e dirigenti avrebbero messo le mani avanti. Troppi impegni, il calendario altrui è migliore, la rosa poteva essere più larga. L’Inter no, in nessuno dei suoi componenti, e gliene va dato atto. Sta mettendo in campo la mentalità europea che per anni abbiamo chiesto alle squadre italiane, quella del provare a vincere tutto senza aver paura di non vincere niente".
(Libero)
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