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Un'Inter con e un'Inter senza Hakan Calhanoglu, lo dicono anche i numeri. Il Corriere dello Sport questa mattina si sofferma sul rientro del regista turco, ormai fondamentale nel gioco di Simone Inzaghi. Ecco come l'allenatore nerazzurro ha in mente di gestire Calha dopo il rientro dall'infortunio.
"Il tagliando è stato staccato. E non c’è miglior prova della storia Instagram pubblicata direttamente da Calhanoglu. «Primo allenamento fatto», il messaggio a commentare la foto di una tibia con i segni evidenti di una tacchettata. Insomma, il ritorno in gruppo del turco non è stato soft. Si è trattato di una seduta intensa, piena e senza frenate nei contrasti. È il segnale che sta bene. Che l’elongazione all’adduttore sinistro accusata contro la Roma lo scorso 20 ottobre (ma il centrocampista aveva già sentito qualche fastidio) è ormai smaltita. A meno di sorprese, dunque, per la sfida di domani con il Venezia Calha - al pari di Acerbi, anche lui di nuovo con la squadra - sarà convocato. Per giocare? Probabilmente non dall’inizio, ma dovrebbe entrare in campo per uno spezzone, in modo da avvicinarsi al meglio ai due big-match consecutivi con Arsenal e Napoli, che lo vedranno certamente tra i protagonisti.
Può festeggiate anche Inzaghi, dunque. Il tecnico nerazzurro, infatti, fa una gran fatica a fare a meno di Calhanoglu. Soprattutto da quando lo ha trasformato in regista. Cambia tutto quando c’è lui in campo. E i numeri sono lì a confermarlo. Non considerando la prima stagione interista, nella quale ha sempre fatto la mezz’ala, il turco si è rivelato una sorta di ago della bilancia per le fortune nerazzurre. La media punti tra quando lui ha giocato almeno uno spicchio di partita e quando è rimasto fuori, per infortunio, squalifica o semplice riposo, è addirittura di mezzo punto: 2,23 contro 1,71. Netto anche il gap nella percentuale di vittoria. Con Calha, l’Inter vince quasi il 70% delle volte (69,3). Quando manca, fatica ad arrivare al 50% (47,6). C’è da dire che, almeno, nelle ultime 3 uscite (a Roma è rimasto in campo meno di un quarto d’ora), l’Inter ha saputo cavarsela. La convinzione, però, è che, se ci fosse stato lui, la Juventus non sarebbe riuscita a rimontare e pareggiare, dopo il doppio vantaggio. Già perché Calhanoglu non è soltanto un regista illuminato, ma anche un elemento di fondamentale equilibrio. Fa sempre attenzione a far sì che la difesa non sia mai scoperta o sguarnita. E, soprattutto, ha una sensibilità per i potenziali pericoli che non tutti i suoi compagni possiedono.
A ogni modo, se i programmi di Inzaghi prevedono che Calhanoglu possa avere una maglia da titolare sia con l’Arsenal sia con il Napoli, chi guiderà le operazioni in mezzo al campo contro il Venezia, al fischio d'inizio? Al momento, non è possibile dare una risposta certa alla domanda. Il fato ha voluto, infatti, che proprio in parallelo con il guaio muscolare di Calha, anche il suo vice naturale Asllani si sia dovuto fermare per un problema al collaterale al ginocchio. Nel frattempo, quindi, come centrocampista davanti alla difesa si sono alternati Barella, Zielinski e, a Empoli, anche Mkhitaryan. L’albanese, dopo il programma personalizzato di mercoledì, ieri ha dato buone risposte in allenamento e, quindi, è da tenere in considerazione. Altrimenti, l'opzione da ritenere più calda è quella di Zielinski, anche perché uno tra Barella e Mkhitaryan sembra destinato ad accomodarsi in panchina, al fine di smaltire un po’ di stanchezza in vista della doppia curva pericolosa con Gunners e partenopei”, si legge.
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