Di contro, non c’è dubbio che fare risultato contro una big europea in Champions League possa dare grande fiducia per le sfide successive e sotto questo aspetto credo che l’Inter stia maturando. L’allenatore ha il termometro in mano, sa come sta la squadra in un determinato momento perché vede i calciatori durante gli allenamenti e Inzaghi è tranquillo in campo. L’unico pericolo è la sottovalutazione, da evitare. Infine, non va dimenticata la Coppa Italia che è un impegno molto forte soprattutto a livello mentale.
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Capello: “Centrocampo Inter mi ha impressionato. Ora è importantissimo il segno delle tre dita”
Il derby è sempre il derby: c’è la voglia di vincere e di far bene, è una tensione “cittadina” che si fa sentire. Ruotare qualche giocatore tra una partita e l’altra non sarà un problema per Inzaghi, perché al giorno d’oggi – se hai tutti i giocatori sani – con le cinque sostituzioni è possibile cambiare praticamente il 50% della squadra nel corso della partita. Una volta la gestione era più complicata, adesso invece si hanno gli strumenti per assicurare a tutti il riposo necessario, a turno. Per tirare le somme, le tre competizioni per cui l’Inter concorre rappresentano tre nodi differenti per i nerazzurri: lo sforzo mentale quello della Coppa Italia, lo sforzo tecnico quello della Champions League e il rischio di sottovalutazione per le ultime nove giornate di Serie A. Ma, se l’allenatore dice certe cose – l’allusione con le tre dita – non sono storielle. Bisogna credergli e così le cose diventano un po’ più facili.
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