Tra le pagine dell'edizione odierna del Corriere della Sera, Paolo Condò, giornalista, ha analizzato così il pareggio di ieri sera dell'Italia contro la Germania: "L’eliminazione, e va bene. Il girone mondiale a 5, e l’accettiamo. Haaland sulla nostra strada, e ci arriviamo. Ma dalla serata di Dortmund sono altre due le cose che ci portiamo dietro, e che reclamano la precedenza. Il primo tempo più imbelle e distratto che si ricordi, una tremante ammissione di inferiorità indegna della tradizione di una gara fra Italia e Germania, e la capacità che hanno avuto gli azzurri di vergognarsene, di non lasciarla sfilare come un’altra pagina nera — la peggiore — di questa interminabile apnea azzurra, ma di reagire per puro orgoglio, perché al 46’ era impensabile avere ancora dei progetti.


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Condò: “Italia, primo tempo imbelle. Il secondo gol preso non si vede manco ai dilettanti”
Gli azzurri si sono sentiti in dovere di provarci senza chiedersi se ci fosse un domani, e forti del fatto di non avere davvero più nulla da perdere hanno avanzato il baricentro di venti metri intercettando un’iniziale rilassatezza dei tedeschi, rientrando in partita con la doppietta di Kean e guadagnando infine un pareggio condito di recriminazioni arbitrali. Francamente impensabili sia 45’ di simile disastro, sia altri 45’ di travolgente riscossa. Spalletti certo non dimenticherà il primo tempo, perché al di là dei cambi — che hanno inciso, ma come abbiamo visto la pendenza del campo si era rovesciata — il naufragio e la rinascita sono stati momenti psicologici prima che tecnici.
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La seconda rete subita non si vede sui campi dei dilettanti. La prossima partita dell’Italia deciderà al 50 per cento della nostra partecipazione al Mondiale, perché sarà la trasferta in casa della Norvegia, ed è un’ovvietà sostenere che ci vorrà l’Italia del secondo tempo per spezzare l’incantesimo. È un gioco sottile di paura e consapevolezza: nel primo tempo di ieri abbiamo avuto paura della Germania, e siamo finiti così. Nella ripresa eravamo consapevoli di non poterci ridurre in quel modo, e ne siamo usciti".
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