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Condò: “Dumfries un Dimarco bis. Inter come un biscione a più teste. Lautaro…”

Condò: “Dumfries un Dimarco bis. Inter come un biscione a più teste. Lautaro…” - immagine 1
Dalle colonne del Corriere della Sera, Paolo Condò analizza la prima semifinale di Supercoppa tra Inter-Atalanta
Gianni Pampinella Redattore 

Dalle colonne del Corriere della Sera, Paolo Condò analizza la prima semifinale di Supercoppa tra Inter-Atalanta. Gara dominata e vinta dalla squadra di Inzaghi con un secco 2-0. "Il conto delle occasioni inchioda il senso della prima semifinale anche oltre il 2-0 che promuove l’Inter".

"Fino allo scorcio conclusivo, vivace, confuso e un po’ casuale come accade nell’eliminazione diretta la gara era stata un monologo della squadra di Inzaghi, un bel discorso privo però della battuta finale. Un castello di carte costruito con cura e perizia, ma che un errore nella posa dell’ultimo asso faceva regolarmente crollare, e ricominciarlo ogni volta è stato un sano esercizio di pazienza".


Condò: “Dumfries un Dimarco bis. Inter come un biscione a più teste. Lautaro…”- immagine 2

"Lautaro ha sbagliato molte volte quell’ultima carta. Troppe, se andiamo a rivedere la frenesia con la quale cercava il bersaglio con tiri al volo che sono sì nelle sue corde, ma espongono comunque al rischio della figuraccia. Per sua fortuna, e per bravura di Simone Inzaghi, l’Inter si è ormai dotata di itinerari alternativi verso il gol che potrebbe scriverci un manuale: con la doppietta di ieri, Dumfries è salito a 5 reti stagionali, un Dimarco bis (peraltro a quota 3) sulla destra con caratteristiche diverse ma analoga pericolosità".

"Hanno già segnato Carlos Augusto, Bastoni, Darmian, De Vrij, Bisseck, più ovviamente i gol dei centrocampisti. L’Inter è la favorita in Arabia e in Italia (e tra le favorite in Europa) perché è un’idra, un biscione a più teste che può colpirti in troppi modi, e se il tentacolo di Lautaro continua a muoversi fuori sincronia, poco male".

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"Almeno per ora. È a questa pericolosità diffusa della rivale che deve aver pensato Gasperini nell’assemblare la formazione bislacca vista nel primo tempo. Non una resa preventiva o un risparmio di energie per il campionato, questo no, ma un azzardo estremo. L’Atalanta non è andata lontana dalla realizzazione del piano, in fondo è finita sott’acqua al 48’ e su un corner fantasma. Ma l’equilibrio si spiegava con i gravi errori di mira dell’Inter, non con le fumose minacce di Samardzic e Zaniolo".

(Corriere della Sera)

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