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"Avrebbe potuto eventualmente parlare della qualità dei giocatori anziché della quantità, dicendo che le seconde linee dell'Inter o dell'Atalanta, sono superiori alle sue. Avrebbe anche avuto parzialmente ragione. Parzialmente perché se molte riserve nerazzurre sono quasi al livello dei titolari è merito della gestione di Inzaghi e Gasperini più che del mercato".
"A differenza di Conte, i due colleghi riescono a valorizzare anche chi gioca meno attraverso le coppe da cui lo stesso Conte rifugge. Da un lato il Napoli avrà aumentato le possibilità di vincere il campionato, avendo solo quello a cui pensare, ma dall'altro deve affrontare un problema serio: come dare minuti alle riserve?".
"Un altro capitolo della storia che Conte sta raccontando è quello dell'anno zero perché la squadra era da decimo posto. Non è vero. Otto titolari su undici sono gli stessi dello scudetto di Spalletti e i tre nuovi sono Buongiorno, McTominay e Lukaku, costati complessivamente 110 milioni di soli cartellini e tutt'altro che inadeguati alla lotta per il titolo considerando che il primo era il miglior difensore italiano sulla piazza e gli altri due hanno dei trofei in bacheca. In più, tanto per ricordare, il Napoli ha speso 28 milioni per un "primo cambio" come Neres, 14 per Gilmour, 12 per Marin, tutti pagati sull'unghia, non arrivati in prestito per ovviare a esigenze di bilancio. Il totale fa 149,5 milioni in uscita a fronte di 11,5 in entrata. Il problema non è Conte che giustamente ha scelto la retorica come dodicesimo uomo, ma chi gli crede".
(Libero)
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