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"Come per i “retropensieri” legati all’utilizzo del Var, anche in questo caso Conte ha voluto ributtare il candelotto nella trincea opposta e non si fa peccato a pensare che dovremo abituarci a questo gustosissimo rimpallo tra “gufate”, provocazioni, accuse più o meno velate. Il tutto con buona pace di Simone Inzaghi. Certo è che Conte, quando rimarca per tre volte che Marotta non sarebbe contento di non vincere lo scudetto, lo fa per mettere pressione pure a un collega che nel primo anno nerazzurro - seppure da underdog - si ritrovò in testa perdendo però di un’incollatura la volata con il Milan. Inzaghi dal canto suo non si è mai sbilanciato sull’argomento favorite".
"Però, a differenza che in passato, senza avere l’indole dinamitarda dell’Antonio, ha sempre rimarcato come altri abbiano fatto investimenti molto importanti per colmare il gap con l’Inter che invece, sul mercato, ha speso lo stretto necessario, prendendo due svincolati (Taremi e Zielinski) un secondo portiere (Martinez) e un giovane che è ancora un oggetto misterioso (Palacios). Non alibi, ma considerazioni pienamente condivisibili".
(Tuttosport)
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