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Il favorito sei tu. No, il favorito sei tu. Sintetizzando è questo il senso del dibattito tra Beppe Marotta e Antonio Conte. Dopo le parole del presidente nerazzurro ("Il Napoli è favorito per lo scudetto"), ieri in conferenza stampa è arrivata la risposta piccata del tecnico. "L'Inter non ha 2 squadre, ne ha quasi 3".
"Insieme hanno vinto quattro scudetti, si stimano e intrattengono rapporti cordiali. Però, quando c’è di mezzo un trofeo, litigano come... Sandra e Raimondo. Si conoscono bene, sanno come vincere i campionati e sanno fiutare le stagioni. E questa ha tutto per essere decisa dai particolari dopo che le ultime due hanno visto andare in porto una fuga solitaria. Lui, lei e l’altra. Perché, come ha fatto notare Conte nella conferenza stampa in teoria dedicata alla sfida di Coppa Italia con la Lazio, si tira in ballo il Napoli dimenticando chi potrebbe realmente dare fastidio all’Inter, ovvero l’Atalanta", sottolinea Tuttosport.
"Come per i “retropensieri” legati all’utilizzo del Var, anche in questo caso Conte ha voluto ributtare il candelotto nella trincea opposta e non si fa peccato a pensare che dovremo abituarci a questo gustosissimo rimpallo tra “gufate”, provocazioni, accuse più o meno velate. Il tutto con buona pace di Simone Inzaghi. Certo è che Conte, quando rimarca per tre volte che Marotta non sarebbe contento di non vincere lo scudetto, lo fa per mettere pressione pure a un collega che nel primo anno nerazzurro - seppure da underdog - si ritrovò in testa perdendo però di un’incollatura la volata con il Milan. Inzaghi dal canto suo non si è mai sbilanciato sull’argomento favorite".
"Però, a differenza che in passato, senza avere l’indole dinamitarda dell’Antonio, ha sempre rimarcato come altri abbiano fatto investimenti molto importanti per colmare il gap con l’Inter che invece, sul mercato, ha speso lo stretto necessario, prendendo due svincolati (Taremi e Zielinski) un secondo portiere (Martinez) e un giovane che è ancora un oggetto misterioso (Palacios). Non alibi, ma considerazioni pienamente condivisibili".
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