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L’Inter invece ritrova i suoi due Insostituibili, ovvero Calhanoglu e Lautaro e fin da subito lavora ai fianchi i tedeschi per evitare che mettano le ali, come la famosa bevanda che in questi anni li ha fatti volare alto anche in Europa. Il Lipsia, che pure è terzo in Bundesliga, va in crisi sotto la pressione nerazzurra: nei primi 20’ il possesso palla interista sfonda quota 70% a dimostrazione che questa è una squadra che sa affrontare i cultori del contro-pressing come i virtuosi del possesso (vedi City e Arsenal), vestendo sempre l’abito adatto a ogni occasione: una qualità che in Europa non hanno in tanti e che Inzaghi sta affinando grazie anche a una rosa che gli consente ben otto cambi fra i titolari rispetto alla sfida stravinta sabato a Verona e in vista dello scontro al vertice di domenica contro la Fiorentina.
Certo non tutto fila sempre liscio e dopo la ricaduta di Acerbi, sostituito con sempre più autorevolezza da De Vrij (decisivo nel finale), si fa male anche Pavard che esce prima dell’intervallo a causa di un risentimento muscolare al flessore. Calhanoglu invece è del tutto ristabilito dopo il timore di una recidiva in Nazionale e fa subito salire di tono tutto il resto dell’orchestra. Lautaro, reduce da un virus influenzale, sembra carico al punto giusto, almeno come quantità di lavoro sporco che riesce a smazzarsi per innescare il meccanismo offensivo. La coppia con Taremi ancora non decolla del tutto in zona gol, con l’iraniano che per ora sembra aver lasciato l’istinto del bomber in Portogallo, dove segnava spesso e volentieri.
In realtà tutta l’Inter pasteggia in area del Lipsia, mangiandosi gol di piccole o grandi dimensioni: con Pavard (Baumgartner salva sulla linea), con Dimarco (prima un po’ egoista, poi troppo generoso con Thuram), con Dumfries che si presenta stanco sottoporta dopo una grande azione. Il gol arriva lo stesso e anche abbastanza presto, grazie al francese Lukeba che di nome fa Castello e crolla su una punizione tagliente e avvelenata di Dimarco dal lato sinistro dell’area tedesca: il tentativo di deviazione di De Vrij e il movimento di Taremi ingannano il difensore che devia la palla nella sua porta.
Il resto della partita è una ricerca del raddoppio, senza frenesia ma anche senza precisione, provando a tenere il rischio della beffa a distanza di sicurezza: Sommer deve fare una sola parata, su Musa, dopo un errore di Calhanoglu, ma l’Inter drizza le antenne per il finale. Mkhitaryan segna il 2-0 nel recupero, ma c’è fallo di Thuram, quindi l’inquietudine, dura fino all’ultimo istante. Ma per godersi il primo posto solitario, se pur temporaneo, in una maxi classifica da 36 con tante big attardate, ne vale sicuramente la pena", si legge.
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