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No alternative
—Quello del mancato contributo da parte delle alternative rappresenta al momento il problema principale, soprattutto a causa del rendimento di Taremi che era stato preso come parametro zero proprio per portare esperienza al reparto e per far rifiatare Lautaro e Thuram. L’argentino e il francese nella scorsa stagione erano stati spremuti ed è questo che Simone Inzaghi puntava a scongiurare, soprattutto per non accusare il carico delle tante competizioni e di un calendario così folto. Nel complesso su 41 reti stagionali messe a referto dall’Inter, soltanto 20 sono arrivate dagli attaccanti ed è quella soglia inferiore al 50% a far suonare un campanello d’allarme nello spogliatoio interista. Anche e soprattutto in relazione al potenziale inespresso, considerata la facilità della squadra di rendersi pericolosa grazie alla mole di gioco prodotta e alla qualità della rosa.
Le differenze
—Rispetto a quanto succede in campionato, dove la squadra di Inzaghi ha segnato almeno 2 reti in 9 partite su 14, spicca il rendimento offensivo in Champions visto che, a parte il poker rifilato alla Stella Rossa, i nerazzurri hanno fatto solo una rete (contro Young Boys, Arsenal e Lipsia) oppure sono rimasti del tutto a secco (contro City e Leverkusen). A proposito del torneo continentale, non si può non tirare dentro ancora Taremi che al momento è la più grande delusione dell’ultimo mercato estivo con una preoccupante involuzione dopo un avvio promettente. Sei partite su sei da titolare e un solo gol segnato, quello su rigore alla Stella Rossa. In questa situazione non è escluso che un contributo di rilievo possa darlo Correa, desideroso di rivincita e apparso in ottima forma nelle ultime settimane dopo lo squillo di Verona. In chiave campionato a suo favore gioca il fatto di essere fuori dalla lista Champions e, quindi, di avere la possibilità di essere chiamato maggiormente in causa in Serie A”, si legge.
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