Termina in parità il derby d'andata di Coppa Italia tra Milan e Inter a San Siro. Ecco l'analisi di Tuttosport dopo l'1-1 di San Siro: "È finita pari. Come l’1 marzo 2022 (allora fu 0-0) nell’ultima semifinale di Coppa Italia giocata tra Milan e Inter. Pure tre anni fa i rossoneri disputarono l’andata in casa e nel match di ritorno - giocato il 19 aprile - vennero travolti dall’onda nerazzurra (doppietta di Lautaro, con Gosens a firmare il tris). Non è dato a sapersi cosa succederà stavolta, ma l’Inter, che ieri sera aveva appena quattro titolari in campo, sembra avere decisamente più margine rispetto a un Milan che invece ha giocato di fatto con tutti i migliori. Di riflesso, per i rossoneri sarà “una finale”, mentre i gli avversari arriveranno all’appuntamento dopo i quarti di Champions con il Bayern e nel bel mezzo della volatona scudetto con il Napoli.


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TS – È un altro Milan nei derby: Calhanoglu evita l’inferno all’Inter

MILAN, ITALY - APRIL 02: Hakan Calhanoglu of FC Internazionale celebrates with teammates after scoring his team's equalizing goal during the Coppa Italia Semi Final match between AC Milan and FC Internazionale at Stadio Giuseppe Meazza on April 02, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Mattia Ozbot - Inter/Inter via Getty Images)
Detto questo, non è un caso che quando Inzaghi ha messo in campo Mkhitaryan, ricomponendo il trio di centrocampisti titolari, il barometro delle occasioni abbia assunto marcatamente colori nerazzurri, con il pari segnato da Calhanoglu (venti minuti dopo il gol rompighiaccio di Abraham a inizio secondo tempo) a cui vanno aggiunte le due grandi occasioni firmate da Zalewski e dallo stesso Mkhitaryan su cui Maignan si è dovuto superare. Certo è che il Milan resta la kryptonite di Inzaghi - quello di ieri è stato il quarto derby giocato in stagione: l’Inter è ancora a secco alla voce vittorie - ma questa sfida, a differenza delle altre, si gioca sui centottanta minuti e non si fa certo peccato a pensare che all’Inter, visto il calendario iper-compresso di questo mese di aprile, non sia per nulla dispiaciuta di aver mantenuto intatte le possibilità di centrare la finale di Coppa Italia, giocandosele poi in un San Siro che sarà marcatamente nerazzurro.
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Le scelte fatte da Simone Inzaghi, peraltro ampiamente previste, hanno confermato come l’allenatore abbia detto una bugia bianca nella conferenza stampa di vigilia («Non mi sono dato priorità, tutte le partite sono importanti»): come sottolineato erano invece soltanto quattro i titolari in campo ieri sera, ovvero Bastoni, Barella (peraltro nel ruolo di mezzala sinistra che non ama), Calhanoglu e Thuram. Sergio Conceiçao invece ha schierato tutta l’argenteria. Vero è che Jimenez e Abraham non sarebbero titolari, però il primo è stato scelto per puntellare le corsie laterali grazie al 4-4-2 (tra l’altro Musah aveva alzato bandiera bianca nel pomeriggio per un attacco febbrile), mentre per quanto riguarda il ruolo di centravanti, dopo la prestazione incolore di Napoli (con tanto di rigore sbagliato) sarebbe stato sorprendente se l’allenatore portoghese avesse puntato ancora sul declinante Gimenez. Il primo tempo è vissuto a folate e ai punti è stato giusto il pari, più giusto però se entrambe avessero segnato. Però Martinez è stato bravissimo su Leao e quindi in uscita con i piedi su Abraham, mentre l’Inter può recriminare per un’occasione di De Vrij (con il pallone salvato dal centravanti inglese del Milan nei pressi della linea) e, soprattutto, per il lampo di Thuram che, anziché tirare, ha crossato verso Frattesi che però, da ottima punizione, non è riuscito a dare la giusta forza al pallone. A far corollario a tutto questo, almeno un altro paio di occasioni minori per i nerazzurri (tiro di Correa dal limite parato da Maignan, punizione - bella ma centrale - di Calhanoglu).
I gol sono arrivati nella ripresa e, come giusto che fosse, hanno ricalcato l’equilibrio espresso già nel primo tempo. Ad aprire le danze Abraham - già giustiziere del Milan a Riad nella finale di Supercoppa - con un preciso diagonale dopo il rimpallo tra Frattesi e Fofana, a chiuderle la rasoiata di Calhanoglu sulla sponda di Correa. Verdetto il 23 aprile: all’orizzonte la finalissima di Roma contro il Bologna (difficile pensare che possa essere l’Empoli dopo lo 0-3 di martedì sera). Ci arrivasse il Milan, staccherebbe pure il pass per la Supercoppa che verrà: in tempi di vacche magre, comunque una soddisfazione. Per quanto riguarda l’Inter, beh, il piatto che ha davanti è da mangiata pantagruelica", si legge.
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