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Il tempo dirà se avranno davvero lasciato il segno le parole di due leader di solito non troppo loquaci, l’argentino con la fascia e il sardo anima del blocco italiano: il rischio di rimanere intrappolati in questo derby da incubo resta pur sempre alto. Lo sanno sia Lautaro che Nicolò, ma più di tutti ne è consapevole Simone Inzaghi. Il tecnico un discorso solenne lo farà alla ripresa degli allenamenti domani, ma ha già fatto capire di aspettarsi una reazione immediata. Se il modo in cui i nerazzurri si sono liquefatti è sorprendente, quasi irragionevole, soprattutto pensando agli ultimi due mesi in cui sembravano definitivamente tornati quelli della seconda stella, è altrettanto vero che anche in passato questa compagnia ha trasformato le sconfitte più dolorose in benzina bruciante.
Il prossimo derby sarà già il 2 febbraio in Serie A, ma molto, molto prima di quella data l’Inter deve ritrovare il giusto equilibrio e anche l’umore adeguato. Riad ha lasciato, infatti, uno strano senso di frustrazione e rimpianto, arrabbiatura impastata a stupore: sono sentimenti pericolosi se non allontanati subito. Si respiravano nel volo mesto di ritorno dopo la partita atterrato ieri a Malpensa intorno alle 8.30 italiane. Quando i nerazzurri tornavano dall’Arabia un anno fa, c’era una Coppa che ballonzolava di mano in mano e pure gli assistenti di volo finirono per partecipare ai balli ad alta quota, mentre stavolta il clima era inevitabilmente diverso e gelido: pochissime parole e qualche ora di sonno, per chi ci è riuscito.
"La stessa atmosfera c’era già nello spogliatoio interista allo stadio, mentre giusto il fumo del sigaro di Conceiçao riempiva la stanza vicina. Barella si è sentito di parlare, ma ha voluto farlo dopo il capitano, che in campo aveva consolato per primo tutti i compagni con addosso la medaglia del secondo classificato. Hanno entrambi ribadito che la Supercoppa è stata persa per colpe proprie e che dagli errori si impara, guardandosi negli occhi: è sempre successo in questa Inter, dovrà succedere ancora, anche perché il destino resta sempre nelle mani di un gruppo forte come pochi. A partire da domenica a Venezia, l’occasione perfetta per rimettersi subito in carreggiata. Se mai fosse stato necessario, la coppia di capitani ha ribadito a tutti quanto orgoglio si debba provare nel rappresentare i colori della notte e del cielo", aggiunge Gazzetta.
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