"Il Napoli si godrà la sosta al comando, ma ormai è chiaro a tutti: la lepre non esiste", spiega Garlando
Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando ha analizzato così l'1-1 di San Siro tra Inter e Napoli:
"Il pareggio di San Siro enfatizza l’ammucchiata al vertice: 6 squadre in soli 3 punti. Come ai grandi magazzini il primo giorno di saldi. Prendiamola come una promessa di equilibrio e di emozioni. Un 1-1 che piace molto di più al Napoli che si è rialzato dal tombolone con l’Atalanta (0-3), ha ritrovato compattezza, autostima e conservato il primo posto in classifica. L’Inter, come aveva annunciato Conte, si è dimostrata superiore, ha giocato e creato di più (un palo, un rigore sbagliato da Calhanoglu), ma non è riuscita a certificare il dominio nel tabellino. Le fatiche di coppa, da cui è immune il Napoli, possono avere influito, anche se curiosamente Inzaghi ha operato i primi cambi solo all’82’. Conte, che ha fermato la Juve allo Stadium e spianato il Milan a San Siro, si è confermato più a suo agio quando può giocare di rimessa. Deve crescere in costruzione, ma ha ribadito una solidità d’impianto che lo terrà a lungo nelle zone alte. L’Inter, che lo scorso anno ha vinto tutti gli scontri diretti tranne la trasferta allo Stadium (1-1), quest’anno ha pareggiato in casa con Juve e Napoli e perso col Milan. Dovrà ritrovare le vecchie abitudini, se vuole tenersi il tricolore al petto, ma è in netta crescita di gioco e condizione. Dopo 12 giornate, resta la prima favorita al titolo. La nota più inattesa della nottata meneghina è stata la clamorosa eclissi di Lu-La. Si attendeva il duello Lautaro-Lukaku, invece i due attaccanti sono stati cancellati, bullizzati quasi, da Buongiorno e Acerbi, i due migliori in campo. Il duello più bello si è visto a centrocampo: Barella e McTominay, due centrocampisti totali, da applausi".
"Politano spiega tutto subito. Segue Bastoni che attraversa il campo e va a cercare spazio libero a destra. Napoli “gasperinianamente” uomo contro uomo: Gilmour su Calhanoglu, McTominay su Barella, Anguissa su Mkhitaryan. Un 4-3-3 più ortodosso del solito, perché lo scozzese non si alza accanto a Lukaku, come usa, ma tiene le sue zolle da mezzala. Napoli molto trattenuto e prudente, insomma, come spiega l’80,3% di possesso al 12’. Altrettanto chiaramente, al 25’, s’intuisce cosa voglia fare Conte con la palla in mano: lancio su Lukaku che fa una buona sponda e Kvara firma il primo tiro in porta del match (parato). Marcature asfissianti, blocco basso e ricerca della profondità: il Napoli. L’Inter governa, ma senza la velocità di circolazione che servirebbe a schiudere spazi angusti. E senza che Lautaro riesca a fare da cavallo di Troia entro le mura azzurre. L’argentino gioca un pessimo primo tempo: sempre anticipato, imperfetto nei controlli, cicca una girata a centro area che, nei giorni belli, non sbaglia mai. Così Conte, impegnato a sopravvivere, trova il tempo di passare in vantaggio".
"Sul corner di Kvara, Di Lorenzo assalta il primo palo, Rrahmani tira e McTominay corregge in rete, sotto misura (23’). Incerti Thuram e Dumfries che, tra l’altro, poteva evitare il corner. Il gol premia un gran primo tempo dello scozzese. Il gol restituisce sicurezza allo spaurito Napoli dell’avvio e fa traballare i nerazzurri, come s’intuisce dal retropassaggio maldestro di Calha che quasi manda Kvara al raddoppio (36’). Devono passare 40’ per vedere il primo tiro tra i legni dell’Inter: Acerbi, imbucato da Barella, spara su Meret. Ma al 43’ arriva il pari. La sassata dalla distanza di Calha è tanto bella quanto isterica, quasi un urlo di frustrazione per non riuscire a entrare in area: un meteorite partito da 27,4 m che viaggia a 103 km/h. Si dividono le responsabilità Gilmour, che non ha accorciato sul turco, e Meret che non ha spinto come avrebbe potuto".