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Oggi il calcio italiano esprime il meglio in mediana, ragazzi di cuore e di gamba: Tonali, che la Premier League ha pagato a peso d’oro, Barella, che è sul taccuino di tutti i top club... Non abbiamo i 10 e i 9 di una volta da mettere in vetrina e neppure alette geniali alla Yamal, perciò il cuoco Spalletti, opportunamente, ha cucinato la Nazionale dei mediani. Ma non si è limitato a buttarli in pentola e ad accendere il fuoco. Il bello è come li ha rosolati e come li ha impiattati. Il gol del vantaggio è un manifesto: Barella si sfila dalla casella del trequartista, arretra, riceve palla da Di Lorenzo che irrompe di corsa e glielo restituisce. Il terzino del Napoli arriva sul fondo e crossa basso per Tonali che spinge in rete, come ai tempi dello scudetto di Pioli contro Verona e Lazio. Tonali ha riempito lo spazio svuotato da Barella. Questa è la vera anima della nuova Italia di Spalletti: quattro centrocampisti che ruotano scambiandosi posizioni e funzioni e togliendo riferimenti fissi agli avversari.
Tutti attaccano, tutti difendono, un calcio totale che ha reso omaggio alla vicina Olanda. Nel secondo tempo, grazie all’inserimento di esterni più offensivi, il Belgio è cresciuto. Lukaku, fatto prigioniero da un imperioso Buongiorno, è evaso un paio di volte alla vecchia maniera e ci ha messo qualche brivido, ma la sofferenza ha scoperto una virtù in più della nuova Italia: la capacità di resistere, solidale e compatta, Per quanto col colletto bianco, un mediano resta un mediano, nato per la lotta. A una Nazionale di mediani non mancherà mai il cuore e, a palla persa, presserà per istinto, prima ancora che lo ordini il ct. Quattro vittorie e un pari dopo l’apocalisse svizzera. Molto più di una svolta.
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