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Garlando: “Che bella l’Italia dei mediani. Trequartista? Non c’è, Spalletti inventa Barella”

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Il giornalista, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha parlato della vittoria di ieri sera dell'Italia in casa del Belgio
Andrea Della Sala Redattore 

Il giornalista Luigi Garlando, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha parlato della vittoria di ieri sera dell'Italia in casa del Belgio:

L’Italia è una squadra fondata sul lavoro. Che bella la Nazionale dei mediani che è andata a vincere in Belgio, terra di miniere e di fatica. A Spalletti avrebbe fatto molto comodo un 10 nel solco della tradizione dei Rivera, Antognoni, Baggio, Zola, Totti, Del Piero... Ma un trequartista di quella stoffa ci manca da tempo e allora Spalletti se lo è inventato. Non Pellegrini, non Raspadori, ma Nicolò Barella, un piccolo guerriero cresciuto lottando e recuperando palloni davanti alla difesa. Lodetti che fa Rivera, Bonini che fa Platini. Rivoluzione di classe. Alle sue spalle, altri tre combattenti, macinatori di chilometri: Frattesi, Rovella e Tonali.


Oggi il calcio italiano esprime il meglio in mediana, ragazzi di cuore e di gamba: Tonali, che la Premier League ha pagato a peso d’oro, Barella, che è sul taccuino di tutti i top club... Non abbiamo i 10 e i 9 di una volta da mettere in vetrina e neppure alette geniali alla Yamal, perciò il cuoco Spalletti, opportunamente, ha cucinato la Nazionale dei mediani. Ma non si è limitato a buttarli in pentola e ad accendere il fuoco. Il bello è come li ha rosolati e come li ha impiattati. Il gol del vantaggio è un manifesto: Barella si sfila dalla casella del trequartista, arretra, riceve palla da Di Lorenzo che irrompe di corsa e glielo restituisce. Il terzino del Napoli arriva sul fondo e crossa basso per Tonali che spinge in rete, come ai tempi dello scudetto di Pioli contro Verona e Lazio. Tonali ha riempito lo spazio svuotato da Barella. Questa è la vera anima della nuova Italia di Spalletti: quattro centrocampisti che ruotano scambiandosi posizioni e funzioni e togliendo riferimenti fissi agli avversari.

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Tutti attaccano, tutti difendono, un calcio totale che ha reso omaggio alla vicina Olanda. Nel secondo tempo, grazie all’inserimento di esterni più offensivi, il Belgio è cresciuto. Lukaku, fatto prigioniero da un imperioso Buongiorno, è evaso un paio di volte alla vecchia maniera e ci ha messo qualche brivido, ma la sofferenza ha scoperto una virtù in più della nuova Italia: la capacità di resistere, solidale e compatta, Per quanto col colletto bianco, un mediano resta un mediano, nato per la lotta. A una Nazionale di mediani non mancherà mai il cuore e, a palla persa, presserà per istinto, prima ancora che lo ordini il ct. Quattro vittorie e un pari dopo l’apocalisse svizzera. Molto più di una svolta.