L’altra richiesta del tecnico rossoblù era figlia di quello che lui aveva analizzato guardando le precedenti gare del Grifone e sentendo quei collaboratori storici dello staff tecnico rimasti in organico: verticalizzazioni, aggressione degli spazi, ruoli rispettati. Ciascuno deve stare al suo posto. Nel senso che ha evitato sin dal primo giorno di fare esperimenti, aiutato anche in questo dal recupero di alcuni uomini-chiave: i primi, Messias e Vitinha, già impiegati nel finale contro il Cagliari. Gli altri arriveranno, a cominciare da Vasquez e Vogliacco, con il messicano fortemente candidato a riprendersi una maglia da titolare già a Venezia. Insomma, se Badelj deve impostare il gioco, gli altri due uomini della terra di mezzo, Frendrup e Thorsby, sono i guastatori del centrocampo. Devono interrompere le ripartenze avversarie, ma anche avere la capacità e la forza di inserirsi in avanti per vie centrali o attraverso sovrapposizioni con i due esterni alti. Vale a dire Zanoli e Miretti, nel caso di domenica scorsa, in appoggio a Pinamonti. E non va letto come un dato casuale il fatto che gli uomini del centrocampo rossoblù abbiano corso più di tutti gli altri giocatori in campo - oltre dodici chilometri a testa per i tre in mezzo -, avversari del Cagliari compresi.