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Quanti errori
—Se la sfida fosse tornata in bilico, la colpa sarebbe stata tutta di Lautaro. Che ha sprecato davvero l’impossibile, tra primo e secondo tempo. Attenzione, sul piano dell’impegno e della partecipazione, nulla si può dire a Lautaro, che ha lavorato e si è sacrificato per la squadra. Davanti a Carnesecchi, però, gli errori si sono moltiplicati. Il più clamoroso quando Dimarco lo ha messo davanti alla porta e lui ha sparato contro il portiere. Il tutto giusto prima che Ederson riuscisse a bucare Sommer, vedendosi però cancellare la prodezza per un offside precedente di De Ketelaere.
Eroe inatteso
—Con Thuram che è uscito all’intervallo a causa di un affaticamento all’adduttore sinistro, come premesso i panni del bomber li ha indossati Dumfries, protagonista probabilmente della sua miglior prestazione interista. Vero che l’olandese non ha imperversato sulla fascia, è stato fondamentale però dal punto di vista tattico, come non sempre gli accade. Inoltre, ha avuto il merito di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Prima, sul corner di Calhanoglu (terza volta di fila che l’Inter sblocca la gara sugli sviluppi di un piazzato), toccato da Bisseck, liberandosi con mestiere di Scalvini e mettendo in rete con le spalle alla porta. E poi, arrivando a rimorchio su una ripartenza, colpendo alla perfezione dal limite e infilando il pallone sotto la traversa.
A senso unico
—Il match è svoltato a inizio ripresa, ma il primo tempo era stato un quasi monologo interista. Già al 1’, per intendersi, Zappacosta, aveva dovuto togliere dalla porta una sassata di Mkhitaryan. Il risultato era rimasto bloccato solo a causa degli errori di Lautaro e delle parate di Carnesecchi. L’intento di Gasperini, scegliendo il terzetto Samardzic-Brescianini-Zaniolo, probabilmente era quello di stoppare la costruzione da dietro della truppa di Inzaghi. Che però ha sempre avuto pazienza e, una volta saltata la prima pressione, si riversava in forze nella metà campo bergamasca. L’Atalanta ha avuto un’unica opportunità, per gentile concessione di Bastoni, ma Scalvini (ancora in ritardo di condizione) ha consegnato il pallone nelle mani di Sommer. Avesse segnato, la storia avrebbe potuto cambiare: migliore fotografia dell’occasione persa non esiste", si legge.
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