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Il Giornale – Inter e Atalanta, nerazzurre gemelle. Ma Gasp ha più equilibrio

Eva A. Provenzano Caporedattore 
28 punti in classifica entrambe, l'analisi del quotidiano sul secondo posto delle due formazioni

Nerazzurre a confronto. Il tema de Il Giornale di oggi è il secondo posto condiviso tra Inter e Atalanta (con loro ci sono a 28 punti anche Fiorentina e Lazio). Il quotidiano parte dallo scontro diretto di San Siro, finito 4-0, con un dominio assoluto di Inzaghi per arrivare al prossimo scontro. Quello che si giocherà a Riad nella semifinale di Supercoppa del 2 gennaio. Uno scontro che arriverà ma che si sta vivendo oggi in campionato.

Numeri a confronto

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"Nel folto gruppo che comanda la classifica, Gasperini e Inzaghi, in rigoroso ordine non solo alfabetico, stanno cercando di correggere a suon di gol una delle regole non scritte del nostro calcio. La regola secondo cui vince lo scudetto chi subisce meno gol e non chi ne segna di più. Negli ultimi 10 anni è successo 9 volte. In quell’unica eccezione (stagione

2019-20, quella già anomala di suo per la sospensione-pandemia) la Juventus di Sarri peraltro fu la terza difesa, il quinto attacco e solo la quarta migliore differenza reti. Finora nessuno segna quanto l’Atalanta (34 gol), che ha il capocannoniere (Retegui, 12) e il quarto miglior marcatore del campionato (Lookman, 7). L’Inter (31) risponde con Thuram (secondo con 9) e quasi non s’accorge della partenza sofferta di Lautaro (appena 5, un anno fa erano addirittura 13) anche se qualche gol in più del capitano avrebbe probabilmente evitato qualche punto perso per strada", si legge sul quotidiano.

"L’Atalanta gioca bene e può sognare, anche perché mai come quest’anno, Gasp ha un organico tanto vasto quanto di alto livello. Gli manca forse qualcuno dei campioni di Inzaghi, ma non è un azzardo dire che in panchina ha un livello medio persino superiore a quello del più giovane collega. A Verona s’è rivisto Correa, ma dopo tante delusioni anche il suo mentore Inzaghi aspetta conferme per gioire", conclude l'articolo firmato da Visnadi.


(Fonte: Il Giornale)