Come sottolinea la Rosea, confrontarsi con lui non è semplice: la sua media di assist attesi (xA) è di 0,8 per partita, la più alta tra i pari ruolo, e i passaggi lunghi completati sono 75, anch’essi un record per la categoria.
Osservando la sua heatmap, Bastoni sembra più un centrocampista avanzato che un difensore. Con ben 185 tocchi nella trequarti avversaria, nessun altro centrale si avvicina ai suoi numeri.
La sua verticalità è un’altra dote chiave: con una media di 2,80 passaggi progressivi ogni 90 minuti (69 in 12 partite), è nettamente avanti rispetto al secondo classificato, Amir Rrahmani, fermo a quota 43. Bastoni non si limita a mantenere il possesso, ma lo trasforma in occasioni pericolose.
Gli assist sono il culmine della sua influenza offensiva: con 3 passaggi vincenti in questa stagione, è primo in Europa insieme a Luperto. Nessun altro difensore centrale raggiunge queste cifre.
L’unica partita in cui Bastoni è rimasto fuori, contro il Monza, ha evidenziato quanto la sua presenza sia cruciale per l’Inter.
La corsia mancina, con Dimarco e Mkhitaryan, è il motore creativo della squadra, e Bastoni ne è il regista occulto. Che si tratti di avanzare palla al piede fino alla trequarti o di scodellare cross precisi, il suo contributo è sempre decisivo.
Le sue giocate sono spesso determinanti per spezzare le difese avversarie: un esempio è il lancio millimetrico di trenta metri per Thuram in profondità, o il cross calibrato a centro area, come contro il Napoli.
Alessandro Bastoni si sta confermando non solo come il pilastro della difesa nerazzurra, ma come uno dei migliori difensori centrali in Europa.
Un gioiello che ha trasformato il suo ruolo, interpretandolo con visione e qualità tecnica che lo rendono un regista aggiunto.
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