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Nel primo tempo Fabregas ha schierato il suo Como in una versione coraggiosa ma non autolesionista. Pressing alto, uomo contro uomo a tutto campo, difesa a zona nelle mischie in area, giro palla studiato. L’Inter, forse sorpresa dalla sicurezza degli avversari, ha impiegato un po’ a trovarsi, e quando ha avuto occasioni le ha buttate in malo modo, prima Mkhitaryan, poi due volte con Dumfries. Nella ripresa Inzaghi ha cambiato squadra pur non cambiando un solo uomo. Abbandonata ogni incertezza, in campo è scesa la bestia famelica che in campionato non lascia scappare nulla dalla fine dello scorso ottobre. Dalla cornucopia di lanci, cross e geometrie è uscito il più semplice dei gol: corner dalla destra a uscire di Çalhanoglu e stacco di testa di Carlos Augusto, schierato a sinistra nei tre di difesa. Fabregas non ha alzato le necessarie barricate, rinunciando all’opzione difesa-contropiede, e nel finale è arrivato anche il 2-0 di Thuram, che è corso ad abbracciare Lautaro, nel frattempo sostituito da Taremi.
Il capitano dell’Inter non segna dal 3 novembre. Ne soffre e si vede. Con lui, patiscono i suoi compagni, che si dannano per mandarlo in porta. E anche il suo allenatore, che da expunta ben conosce i dolori causati dall’astinenza di palla in rete. Avrà forse modo di rifarsi a Cagliari, il 28 dicembre, o a inizio gennaio in Supercoppa in Arabia, dove i nerazzurri di Milano in semifinale incontreranno quelli di Bergamo. Dall’altra parte si sfideranno Juventus e Milan", si legge.
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