"Non va sottovalutata la nuova Champions che, anche psicologicamente, ha fatto saltare vecchi equilibri. Due partite in più, quattro per chi va ai playoff, ma sembrano venti per com’è stipato il calendario. La colpa? Degli ingordi, dei club che pagano stipendi e commissioni folli, dei giocatori, dei procuratori, della Uefa che non può dire troppi no perché minacciata dalle Superleghe. La nuova Champions è più bella perché nessuno sa gestirla. Nei tornei lunghi noi siamo più bravi che nell’eliminazione diretta. Non abbiamo Baggio e Rivera, ma la rivoluzione è partita in panchina: Sarri, Gasperini, Conte, Spalletti, Pioli, De Zerbi, Palladino, Italiano, Motta, Inzaghi, Baroni, Mancini in azzurro, tutti con il loro calcio dal baricentro e dal possesso più o meno alti, hanno impostato un calcio quasi immune da filo spinato, tatticismi, attese. Si gioca, si manovra, si rischia, ci si diverte, e le straniere che si aspettano le solite italiane barricadere restano sorprese".
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