All'Inter basta capitan Lautaro Martinez contro il Genoa. Aspettando Como-Napoli di oggi, i nerazzurri tornano così in vetta alla classifica di Serie A. Ecco l'analisi di Repubblica del match di ieri sera a San Siro:


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Repubblica – Basta Lautaro, Inter in vetta per una notte. “Forse vero quando Mkhitaryan dice…”
"Smarrirsi per oltre un’ora, ma ritrovarsi quando più conta. Sarà forse vero quel che dice Mkhitaryan, secondo cui i giocatori nerazzurri si sentono troppo forti e per questo si concentrano a intermittenza. Sarà che all’inizio mancavano due pilastri come Çalhanoglu e Thuram, fuori forma. Sta di fatto che contro il Genoa l’Inter ha impiegato un tempo abbondante per riconoscersi, segnare, e conquistare una notte da capolista, in attesa che il Napoli scenda in campo a pranzo a Como.
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La squadra che ha battuto il Grifone, fino all’incrocio colpito da Barella al 70’, somigliava poco all’armata che in Champions League tutti volevano evitare, a giudicaredalle telecronache multilingue dei sorteggi. A decidere la partita ha pensato Lautaro, disastroso a Torino contro la Juve e decisivo invece con un colpo di testa da corner deviato da Masini in una partita complicata, contro un’avversaria organizzata. La rete del Toro rilancia i nerazzurri in campionato e risolleva un febbraio in cui avevano vinto solo contro la Fiorentina a San Siro. Per il resto, nel mese che Inzaghi ama meno, erano arrivati il pareggio col Milan e due sconfitte, a Firenze e allo Stadium.
Quanto fosse importante vincere, il tecnico interista lo aveva dimostrato nella scelta della formazione: tutti dentro i diffidati Bastoni, Barella e Mkhitaryan, graziato dal giallo per un’entrata su Miretti. Nel big match di sabato al Maradona ci saranno. Obbligata e fortunata anche la scelta del portiere. L’ex genoano Martinez, dopo un paio di rinvii in fallo laterale, si è registrato. E a freddo, a un quarto d’ora dalla fine, ha chiuso la porta a Ekuban. Una buona notizia, visto che per un mese dovrà sostituire Sommer. Fin lì, era stato completamente inoperoso.
In un primo tempo con il 65 per cento di possesso palla, l’Inter è sembrata nuotare nella melassa. A rendere viscosa la partita è stato un Genoa ben schierato da Vieira, che ha chiesto ai suoi un pressing feroce. Lo ha avuto da tutti, ma soprattutto da Vasquez. Risultato: nessuna occasione e Inzaghi furioso. Ha passato tre quarti d’ora a chiamare i lanci di Bastoni, a pretendere ragionevolezza da Barella e a invocare intensità a Correa, che prima della pausa si è avvicinato alla panchina per un dolore al ginocchio sinistro. Simone lo ha ributtato fisicamente in campo, per non sprecare uno slot di cambi. Nella ripresa, con Taremi, l’Inter ha portato l’assedio all’area genoana, come fosse in svantaggio in una finale. Per uscire dall’angolo Vieira ha inserito giocatori offensivi: Ekuban, Cornet e Messias. Come a dire, voglio vincerla. Ma nel miglior momento genoano prima Barella ha colpito l’incrocio dei pali — 23° legno stagionale per l’Inter — e poi Lautaro ha segnato. Dopo i tre fischi, Inzaghi è corso ad abbracciare la famiglia. La sua Inter, unica italiana in Champions, vuole tenersi il Tricolore sul petto. Il Napoli è avvisato", si legge.
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