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Due capolavori di Dumfries, l’Inter è in finale: Inzaghi medita un aggancio storico

Alessandro Cosattini Redattore 

Solita Inter, Atalanta impronosticabile, come detto, con Scalvini e De Roon, cuore forte della mediana e un tridente atipico, chiamato a pressare e fare densità in mezzo: Brescianini e Zaniolo larghi, Samardzic pendolo centrale. La missione è resistere fino all’ora del tè, come i visi pallidi assaltati dagli indiani, in attesa del settimo cavalleggeri. La resistenza non parte benissimo, però, perché dopo 30” l’Inter ha già lanciato 3 frecce, due con Lautaro e una con Mkhitaryan. E all’11’ Carnesecchi deve volare sul Toro, imbeccato da una punizione. Fiutata la strategia del Gasp, i nerazzurri attaccano rabbiosi, per chiudere la battaglia prima dell’arrivo dei rinforzi. E’ una Dea diversa, ma non tradisce i suoi principi, perché difende senza abbassarsi esageratamente, cercando sempre l’anticipo e pressando con i tre davanti. La prova è l’occasione nitida che capita a Scalvini, tutto solo, al 16’.

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