Quando Simone Inzaghi è arrivato sulla panchina dell'Inter avevano detto addio, dopo lo scudetto vinto con Conte, non solo l'allenatore del 19esimo scudetto, ma anche Lukaku e Hakimi. Anche Eriksen, dopo il problema avuto all'Europeo, era stato costretto a lasciare Milano. Si parlava di un chiaro ridimensionamento dell'Inter.


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Libero – L’Inter prima di Inzaghi pensava ‘in piccolo’: il momento in cui arriva il ‘clic’

Il quotidiano Libero scrive un articolo in merito e sottolinea: "Tutto è cominciato il 15 settembre 2021. A San Siro arriva il Real Madrid. L’Inter perde 0-1. Minuto 89, segna Rodrygo. Dalle tribune del Meazza si leva un applauso. Ha visto un’Inter diversa giocare alla pari con il Real che poi avrebbe quella Champions in finale contro... il Liverpool con l’Inter che si fermerà agli ottavi. Se chiedete a Inzaghi quale partita vorrebbe rigiocare, ancora oggi, non vi risponderà «Bologna» dove perse il primo scudetto ma «Liverpool». L’andata al Meazza finisce 0-2 per i Reds e sembra ridimensionare l’Inter. In più Anfield è Anfield, c’è poco da fare. Invece l’Inter va, gioca, si impone, domina e segna al 62’ con Lautaro. Un minuto dopo, soltanto uno, viene espulso Sanchez. Il sospiro di sollievo di Anfield si percepisce fino a Milano. È il secondo momento in cui si ha la sensazione che questa squadra abbia fatto clic. Che diventerà presto internazionale di fatto, oltre che di nome".
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L'anno successivo l'Inter perde lo scudetto col Milan e prova a concentrarsi sulla CL. Girone di ferro contro Bayern e Barcellona ma la squadra di Inzaghi avanza fino a Istanbul. Finale contro il City del 2023. "Perde ma non ne esce sconfitta, tant’è che lo scudetto dell’anno seguente sarà figlio di quella notte. L’Europa si accorge di questa squadra. Lo scorso anno è arrivata una sola sconfitta: 2-1 in casa dell’Atletico Madrid nel ritorno degli ottavi, con un gol subito all’87’ e l’uscita di scena ai rigori. È l’epilogo di una Champions in cui l’Inter ormai va con il pilota automatico, almeno nella fase a gironi: anche questo è segnale di status acquisito. Idem quest’anno. Inzaghi ha preso una squadra che non superava i gironi nemmeno dannandosi e l’ha trasformata in una che può permettersi di dare riposo ai titolari e raccogliere un pareggio (0-0 in casa del City a settembre), un ko (1-0 a Leverkusen viziato da un errore arbitrale) e nove vittorie. L’ultima in casa del Bayern, se confermata al ritorno, è un timbro sullo status dell’Inter", si legge nello stesso articolo.
Inzaghi ha guidato la squadra nerazzurra 40 volte in CL: 24 vittorie, 8 pari e 8 sconfitte, 57 gol gol segnati, 31 subiti. "L'Inter non ha più complessi di inferiorità. Inzaghi, con i dirigenti, ha cambiato la testa a una squadra che prima di lui pensava “in piccolo" e ora sceglie di non scegliere tra le competizioni col rischio di non vincere nulla. Consapevoli che serate come quelle dell'Allianz non portano trofei ma fanno crescere", conclude il giornale.
(Fonte: Libero)
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