Ha dovuto soffrire, resistere agli attacchi martellanti del Bayern Monaco, difendere con le unghie e i denti la qualificazione, e alla fine ce l'ha fatta. L'Inter di Inzaghi è stata più forte di tutto e si è guadagnata l'accesso alla semifinale di Champions League. Scrive la Gazzetta dello Sport:


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Inter più forte del vento: più dura e resistente del Bayern. Un italian job perfetto
"... L’Inter è ripartita con altro piglio. Nei primi cinque minuti della ripresa ha tenuto di più il pallone, si è “alzata”. Bastoni ha costretto Urbig a un grande intervento sul primo palo. Un vento nuovo, favorevole, la sospingeva, ma è bastato dimenticarsi di Kane in area sulla destra, lasciare che fosse Dimarco a contrastarlo, per andare sotto. Troppo lasca la marcatura di “Dimash”, e del resto non è questo il suo mestiere: destro da biliardo di Kane e 0-1. L’Inter si è scossa, ha reagito con orgoglio e furore, e ha ricacciato giù il Bayern con due corner. Sul primo, di Dimarco, Lautaro, palla a terra, ha fulminato Urbig. Sul secondo, di Calhanoglu, Pavard di testa è svettato su Kim e ha incornato in rete. A seguire, due o tre minuti di alta marea nerazzurra, con Darmian vicino al 3-1. Tutto fatto? Per carità, non sarebbe stato da Inter, squadra che per genetica ama il brivido. L’ingresso di Gnabry ha scombussolato l’asse difensivo di Simone Inzaghi, l’ala tedesca ha seminato subbuglio".
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"Scollinata la mezz’ora, Dier, di testa e forse con il favore di un malefico giro di vento, ha raccolto il 2-2, laddove il difensore voleva servire il pallone al centro. Due a due e qualificazione di nuovo appesa a un filo. Gli ultimi venti minuti sono stati qualcosa d’antico. L’Inter, asserragliata davanti a Sommer, non riusciva più a ripartire. Inzaghi ha tolto Lautaro per Taremi, ma l’iraniano si è distinto un’altra volta per l’inutilità. I report dicono che il Bayern è stato padrone del campo: possesso palla al 62,3 per cento, baricentro molto alto a 58,3 metri contro un’Inter molto bassa a 37,2, per un dislivello tra le due squadre di oltre venti metri. In semifinale però va l’Inter, perché è stata più dura, più resistente, più aggrappata del Bayern Monaco alla zattera della qualificazione. Un “italian job”, un lavoro all’italiana, però fatto con pulizia. Un’Inter ostinata, più forte del vento".
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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