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Partita mondiale. È questo il derby tra Inter e Milan, che coinvolge la città di Milan, ma anche tutto il resto del mondo. Una gara che rappresenta tanto, seguita da ogni angolo della Terra.
"Una partita che incomincia a Milano, vola a Parigi, si sposta in giro per l’Europa fino a Yerevan (Armenia), va a toccare il Medio Oriente passando per casa Taremi (Iran) e poi scende nell’Africa di Chukwueze (Nigeria), per poi attraversare l’Oceano Atlantico e scorazzare tra le Pampas, salire in Messico, su fino agli States. Il derby tra Inter e Milan non è più un evento cittadino, ma mondiale. Oltre ovviamente all’Italia, infatti, sono ben 19 le nazioni rappresentate dai protagonisti in tutto il globo", sottolinea La Gazzetta dello Sport.
"La Francia porterà tra campo, panchina e tribuna ben sei calciatori, due interisti e quattro rossoneri. Da una parte ci sarà Pavard, in odore di titolarità per la terza volta consecutiva, dopo ritorno con il Bayern e match di Pasqua a Bologna, ma non Thuram: l’attaccante è ancora alle prese con l’affaticamento agli adduttori della coscia sinistra che gli ha già impedito di partecipare alla trasferta al Dall’Ara. Nel Milan, la colonia è rappresentata da tre nazionali della Bleu: il portiere Maignan, il terzino Theo Hernandez e il centrocampista Fofana, tutti titolari. In panchina, invece, l’ultimo francese arrivato a Milanello, Bondo. Curioso come Thuram sia nato in Italia (Parma) e abbia cittadinanza pure della Guadalupa come il padre Lilian, ex Parma e Juve, mentre Maignan abbia origini della Guyana francese, Fofana del Mali e Bondo della Repubblica democratica del Congo. Le bandierine, insomma, potrebbero anche essere più delle 19 (20 con l’Italia). Dopo la Francia, è l’Inghilterra il paese più rappresentato, ma solamente da una squadra: il Milan ha infatti addirittura quattro giocatori di Sua Maestà, Tomori, Walker, Loftus-Cheek e Abraham".
"Il derby non si ferma però solo all’Europa. Sono rappresentati anche l’Asia, l’Africa, il Sud, il Nord e il Centro America. L’Inter ha un capitano argentino, Lautaro Martinez, erede di un certo Javier Zanetti, connazionale che indossava la fascia l’anno del Triplete. L’Argentina tradizionalmente è sempre stata più vicina ai colori nerazzurri, ma ci sono anche dei tagli decisi col passato. Per esempio, oggi il Milan ha meno olandesi dei cugini, anche se l’unico rossonero, Reijnders, è davvero tanta roba: lo riconoscerebbero senza problemi pure i compagni di nazionale oranje sull’altra sponda del Naviglio, De Vrij e Dumfries. Cosa manca? Rispetto a una quindicina di anni fa, è drasticamente calato il numero dei brasiliani. Sono lontani i tempi di Julio Cesar, Maicon, Lucio & Co. contro Thiago Silva, Pato, Ronaldinho ecc ecc. Nell’attualità, occorre accontentarsi di Carlos Augusto ed Emerson Royal. Le proprietà sono entrambe americane, ma per ora solo il Milan ha in rosa due calciatori made in Usa, Musah e Pulisic. Chissà che al prossimo derby pure l’Inter non aggiunga un beniamino a stelle e strisce all’elenco", aggiunge Gazzetta.
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