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L’inchiesta Doppie Curve
—Con la ricezione degli atti in Figc comincia a tutti gli effetti l’inchiesta sportiva sul caso “Doppie Curve”; un’indagine che il ministro Abodi, giusto poche ore prima della notifica, aveva sollecitato: «Da qualche giorno mi aspetto un segnale dalle istituzioni del mondo del calcio perché non venga sottovalutato il tema». Il procuratore federale Chiné, però, non poteva che attendere: già l’1 ottobre aveva formulato la richiesta per accedere agli atti. Il lavoro dei pm però è stato capillare: dopo gli arresti, hanno proseguito per settimane tra ricostruzioni, raccolta di testimonianze e perquisizioni; così il fascicolo è stato inviato in federazione solo una volta chiuso. Chiné avrebbe potuto procedere anche senza quelle carte? Ovviamente sì, ma dal momento in cui apre un’indagine ha 60 giorni di tempo per chiuderla (più una possibile proroga di 40 giorni e una ulteriore di 20) e procedere senza un quadro completo non è mai del tutto conveniente.
Altri interrogatori
—A Milano i magistrati hanno già ascoltato Zanetti, il vicepresidente dell’Inter, e il tecnico Inzaghi sulla questione biglietti, ma anche il calciatore Calhanoglu per i rapporti con i capi ultrà Ferdico e Bellocco (quest’ultimo poi assassinato) e, sull’altra sponda, l’ad rossonero Furlani e il capitano Calabria, che incontrò il capo della Curva Sud, Lucci, uno degli arrestati. Tutti avrebbero detto di non aver mai ricevuto minacce o pressioni. Anche il pool federale, costituito ieri mattina con 8 specialisti, procederà con degli interrogatori dopo aver studiato il plico. L’Inter e il Milan in questa vicenda si considerano parte lesa, ma rischiano comunque di incorrere in sanzioni.
Cosa rischiano i club
—La questione è inquadrata nell’articolo 25 del codice di giustizia sportiva: «Alla società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati di propri sostenitori». L’art. 27 approfondisce invece la “cessione dei titoli di accesso alle manifestazioni”. Previste multe e squalifiche per responsabilità oggettiva. Nel 2017, per i rapporti con gli ultras, Andrea Agnelli ricevette una multa di 100 mila euro, più altri 600 mila per la Juventus. Esiste però anche lo scenario più grave e al momento più remoto: quello legato alle penalizzazioni in classifica. Sono possibili per le condanne sulla base dell’articolo 4 (che impone lealtà, probità e correttezza dei tesserati) o dell’art. 6, quello che si occupa della responsabilità diretta delle società per l’operato di chi le rappresenta ai massimi livelli, come nel caso dei presidenti”, si legge.
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