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CorSport: “Inter-Napoli come Rocky-Creed. Interisti nervosi ma non è vero che…”

Matteo Pifferi Redattore 
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L'analisi del Corriere dello Sport in merito al testa a testa scudetto tra Inter e Napoli: "Chi perderà, finirà sul banco degli imputati"

"Se fosse un incontro di pugilato, sarebbe il primo Rocky. Con lui e Apollo Creed che vanno al tappeto stremati e nessuno che sembra in grado di alzarsi. È in riserva l’Inter che si è consumata nell’ambizione da grandeur scomodando persino il triplete; ma ha poca benzina anche il Napoli che pure ha giocato solo il campionato. Se fosse una classica di ciclismo, invece, mancherebbe – e tanto – Adriano De Zan e il suo inconfondibile tono di voce: “Ecco il cartello che indica cinque chilometri al traguardo”. Inter e Napoli possono rallentare più o meno come vogliono, non sopraggiungerà alcun Moreno Argentin a beffarli come con Roche e Criquelion nella Liegi-Bastogne-Liegi dell’87". Apre così l'articolo del Corriere dello Sport in merito al testa a testa tra Inter e Napoli, a pari punti a cinque giornate dalla fine.

"Il mondo interista è più nervoso. Almeno a giudicare da Simone Inzaghi che sembra soffrire del complesso di Atlante: si porta addosso il mondo intero e un carico di tensioni che la metà basta. Uno scudetto allo sprint lui lo ha già perso (proprio a Bologna) e sfoga la tensione andando su e giù per il campo come nemmeno Maicon. Il problema vero di Inzaghi, e del mondo interista tutto, è uno solo: Antonio Conte. Ci fosse stato qualsiasi altro sulla panchina del Napoli, sarebbe stato diverso. Ma perdere contro di lui, contro l’uomo che li ha salutati dalla sera alla mattina (e si è fatto pure pagare), proprio no. Sarebbe un affronto digeribile solo alzando la Champions. Altrimenti non basterebbe un tir di Maalox. E poi, diciamolo, il pensiero che ad allenatori invertiti sarebbe finita da un pezzo, non è nemmeno quotato", sottolinea il CorSport che poi aggiunge:

"Attenzione, però. Chi ipotizza l’Inter in difficoltà, ha scarsa memoria. È una squadra vera, di campioni veri. Forti e orgogliosi, come lo sono i numeri uno. Due anni fa hanno giocato la finale di Champions contro una delle due formazioni più forti degli ultimi dieci anni e, per ammissione dello stesso Guardiola, hanno perso solo perché un calciatore si è divorato due gol davanti alla porta. Quel calciatore si chiama Romelu Lukaku l’attaccante feticcio di Conte. Non troppo amato a Napoli (e siamo benevoli), è il cardine attorno a cui ruotano gli azzurri. Non è solo questione di statistiche: 12 gol e 10 assist. Sono rari i gol che non partono da una spizzata o da un suo movimento. Se gira lui, gira tutto. Sennò, sono dolori".

In attesa di capire come finirà, una cosa è certa secondo il quotidiano: "Chi perderà, finirà sul banco degli imputati. Sia dopo l’entusiasmante stagione vissuta dall’Inter su tre fronti, sia dopo aver portato il Napoli a un testa a testa scudetto su cui nessuno (tranne Buffon e pochi altri) avrebbe scommesso un euro. Inzaghi rischia di più, potrebbe essere travolto dallo tsunami di polemiche. Ma anche Conte sarebbe criticato, soprattutto a Napoli. È la dura legge della narrazione.