La fase di “autogestione” nonché autofinanziamento ha portato in dote lo scudetto della seconda stella ma il rilancio dei piani aziendali non poteva che avvenire dopo un cambio di proprietà, come puntualmente verificatosi quando il fondo californiano Oaktree ha sfilato il club a Suning. Gli americani hanno confermato in blocco l’area sportiva, nominando Marotta presidente, mentre hanno preso sotto la loro ala l’area corporate, hanno cambiato tutti gli uomini che la dirigevano e, soprattutto, hanno riaperto i dossier legati allo stadio di proprietà e all’Under 23, strumento fondamentale per alimentare il player trading e per garantire ai giocatori prodotti dal settore giovanile uno sbocco nel calcio professionistico.
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TS: “È l’Inter, ma sembra sempre più la Juve. Stadio, U23, bilancio e bond: i piani di Oaktree”

Tutte idee che Marotta aveva già sviluppato a Torino dove una proprietà stabile aveva reso possibile di anticipare i tempi rispetto a quanto fatto dalle altre grandi in Italia. Quella però è l’unica strada possibile per garantire competitività, creazione del patrimonio e avere stabilità finanziaria e l’Inter ha iniziato a batterla con forza sbloccando il dossier San Siro (dove presto è attesa l’offerta vincolante dei club al Comune per l’impianto e l’area circostante), mentre per quanto riguarda l’Under 23 tutti i tasselli stanno rapidamente andando a posto per farsi trovare pronti quando la Federcalcio chiederà ai club interessati tutta la documentazione necessaria per occupare eventuali slot lasciati liberi in Serie C. In tal senso il problema più importante - quello legato allo stadio - è stato risolto grazie alla “joint-venture” con il Monza sancita dal prestito di Palacios.
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